castello di monticelli d'ongina


Già esistente nel 1298, è uno dei più imponenti edifici di difesa esistente nel piacentino.

Nella struttura attuale lo si deve a Orlando il Magnifico, agli inizi del 1400 poco dopo l’acquisizione del feudo di Monticelli, che lo volle possente e maestoso nelle forme, adatto a diventare un presidio militare. Alla sua morte la fabbrica, rimasta incompiuta, venne portata a termine dal figlio Carlo che la destinò a sua residenza estiva.

Il monumento è uno dei più grandi, oggi presenti nella bassa padana, interamente costruito in mattoni di cotto.

Nell’impostazione planimetrica ricalca lo schema classico dei castelli di pianura: a pianta quadrata con quattro corpi di fabbrica uniti ai vertici da altrettante torri rotonde, sporgenti dalla linea delle cortine.

Sporgenti sono pure i masti incorporati al centro dei fronti orientale e occidentale. I due masti, sormontati da affreschi con lo stemma dei marchesi Casali, creano il collegamento con l’esterno, ognuno con un ponte ed un ponticello levatoi, di cui ancora si notano gli stalli, in seguito sostituiti con manufatti in muratura.

Nell’androne del mastio orientale (accesso principale) affiorano tracce di antichi affreschi, tra cui una Madonna con Bambino del quattrocento. Il cortile interno è rettangolare, circondato da un elegante portico con arcate a tutto sesto, di cui attualmente rimane un solo lato (gli altri portici sono stati occlusi).

Le cantine, un tempo utilizzate come scuderie e magazzini di cibarie, oggi ospitano l’Acquario e Museo Etnografico del Po. Strette e ripide scale a chiocciola portano ai camminamenti di ronda che si sviluppano lungo le cortine, sulle torri e masti, e poggiano su beccali in mattoni fra i quali sono innestate le caditoie.

Gli appartamenti nobili, posti al primo piano che si raggiunge con un ripido scalone in pietra, conservano alle pareti decorazioni del ‘700 e soffitti con pregevoli affreschi (coevi) con allegorie delle stagioni. Nel salone principale il grande affresco del soffitto rappresenta il trionfo del casato Casali.

Una grande e lunga galleria, sopra i portici ancora visibili, collega gli appartamenti nobili con la Cappellina di Corte. Autentico gioiello d’arte, anch’essa al primo piano nel mastio occidentale, la Cappellina racchiude un prezioso ciclo di affreschi del ‘400 dei pittori Bonifacio e Benedetto Bembo.

Gli affreschi, rinvenuti nel 1967 nel corso di alcuni lavori, sono stati recuperati e restaurati dal prof. Renato Pasqui. Sono rappresentati cicli dei santi: ... Al piano superiore del mastio orientale vi è una stanza stretta, un tempo adibita a prigione.

Sulle pareti sono ancora visibili i graffiti fatti dai suoi ospiti.