castello di travazzano
Il fortilizio indicato con la denominazione di Trabicianum si trova citato per la prima volta nel secolo XI come rifugio dei nobili fuoriusciti dalla città.
Nel XII secolo, esso appartenne alla nobile famiglia Mancassola, proprietaria di altri beni in Val Chero e nelle adiacenze; nel 1216 fu distrutto una prima volta, poi ricostruito e occupato, tra il 1244 e 1246, dai corpi armati di Enzio, re di Sardegna nel tentativo fallito di conquistare Piacenza.
Nel 1435 fu riacquistato da Alberto Scotti che lo riedificò, dotandolo di fossati e di mura provviste di torri e porte. Dagli Scotti passò ai Chiapponi e poi ai Sidoli che, nel 1852, lo lasciarono in eredità al Seminario di Bedonia.
Nel 2004 sono stati effettuati dal proprietario importanti interventi di restauro e risanamento conservativo che ha riportato il Castello all’antico splendore così come possiamo ammirarlo tutt’oggi. L’originaria pianta irregolare, tendenzialmente quadrata, presenta quattro corpi con struttura muraria in pietra, che circoscrivono il cortile trapezoidale interno. All’angolo sud- ovest, si innalza una slanciata torre merlata, probabilmente più antica del castello.
A lato della torre, nel volume meridionale, si trova l’ingresso con volto archiacuto, forse appartenente ad un precedente castello trecentesco. Più recente è il corpo di accesso , dotato di duplice ingresso, carraio e pedonale, con le sedi per i bolzoni del ponte e della passerella levatoi. Il corpo meridionale, all’angolo nord- ovest, è unito ad un altro corpo da un torrione circolare.
All’ interno del castello vi è un salone con un camino di pregevole fattura con lo stemma dei Chiapponi e con soffitti a cassettoni in struttura lignea dipinta.