castello di travo
Si presuppone che già dal Xll secolo i Malaspina, signori di un vasto territorio che si estendeva dalla Lunigiana alla terra piacentina, possedessero in Travo un fortilizio destinato al controllo e alla difesa delle strade d'accesso alla vallata.
Agli inizi del Xlll secolo, il Libero Comune e i Consoli di Piacenza, decisi a sopraffare i maggiori feudatari rurali e ad aprirsi un varco verso Genova, costrinsero i Malaspina a ritirarsi verso la montagna, lasciando libero spazio agli Anguissola.
Nel 1255 il Castrum Trabani fu distrutto dal marchese Oberto Pallavicino; nel 1302 I'imperatore Alberto d'Austria concesse a Riccardo Anguissola il territorio comprendente Trabano (Travo), Pigazzano e Gazzola. Nel 1337 Bernardino Anguissola ottenne dal duca Azzo Visconti l'investitura di Travo e Caverzago e, nove anni dopo, da Luchino Visconti, anche quella di Bobbio. Il castello e il borgo fortificato di Travo, nonostante la loro posizione strategica, non furono teatro di grandi imprese belliche.
Del primitivo impianto castrense, trasformato in abitazione signorile alla fine del XVIII secolo dal conte Giacomo Anguissola, rimane ormai solo un edificio sul lato meridionale della piazza del paese, che conserva ancora finestre d'impianto medievale. A lato si eleva la torre quadrata, sormontata da una successiva altana in mattoni. Attraverso questa torre si entrava nell'antico borgo fortificato, protetto da una parte dal fiume, e dall'altra difeso dal castello.
Nel 1978 l'edificio monumentale è stato donato al Comune dalla contessa Maria Salini, vedova Anguissola. Dal 1994 é sede della Sala Consiliare Municipale. Da alcuni anni nel castello ha la sua sede il Museo Archeologico, che ospita reperti preistorici, protostorici, romani e medievali, raccolti principalmente dal Gruppo di Ricerca Culturale La Minerva.