castello malaspiniano di bobbio


Epoca: Il castello fu fatto erigere attorno alla prima metà del XIV secolo, per volere della famiglia Malaspina, e proprio a questo deve il suo nome.

Ubicazione: Bobbio (m 272 s.l.m.), provincia di Piacenza, centro rinomato soprattutto per l’abbazia di S. Colombano, che risale al 612, costruita con l’importante beneficio del re longobardo Agilulfo.

Stato di conservazione: Della struttura originaria rimangono il corpo principale a base rettangolare e la torre circolare, come i resti della porta d’ingresso, il tutto realizzato sulle rovine di un ancor più antico insediamento monastico. Sul lato ovest, poi, restano ancora segni di un ponte levatoio.

Come arrivarci: Bobbio dista da Genova circa 90 km, da Milano 110. È raggiungibile da Piacenza (45 km) attraverso la strada principale per la Val Trebbia SS45, da Chiavari e dalla riviera di Ponente passando per la Val D’Aveto (90 km), infine da Voghera attraverso Varzi, Passo Penice, da cui dista 57 km.


Cenni storici.

Fu Corradino Malaspina, all’inizio del ‘300, a volere questa possente struttura fortificata. Il castello passa nel 1400 agli Anguissola di Travo, tornando ai Visconti nel 1436, che investirono Luigi Dal Verme, conte di Bobbio.

Famiglia originaria di Verona, i Dal Verme crearono la loro fortuna grazie ai famosi capitani di ventura Luchino (1320), Iacopo (1350) e Luigi (1380), che intrecciarono inevitabilmente le sorti di questa famiglia con quella dei Visconti.

Mantennero il possesso del castello, con alcune interruzioni, fino al ‘500, quando Bobbio passò ai Savoia, ma la corte prediletta dei Dal Verme rimase sempre quella di Voghera, frequentata spesso da personaggi illustri.

Infine, dopo numerose parentesi di scarsa rilevanza, il castello alla fine del 1800 diventa proprietà dei Piccinini, per essere poi ceduto allo Stato democratico italiano nel 1956.

Il ponte Gobbo. Nell’immaginario comune, questo ponte è il simbolo di Bobbio.

La struttura, particolarissima, è lunga 273 metri ed è caratterizzata da 11 arcate diseguali che scavalcano il fiume Trebbia.

Forse di età romana, il ponte è documentato dal 1196. Le varie arcate sono sintomo di molteplici rimaneggiamenti e ampliamenti, dovute anche alle devastazioni compiute dal fiume. La struttura di base è evidentemente romanica, ma presenta sovrastrutture barocche.

Un originale profilo contorto da sempre affascina e dà vita a curiose leggende, fra cui quella della lotta di San Colombano contro Satana, secondo la quale il ponte fu costruito per sfida da quest’ultimo. Da ciò deriva la denominazione di “Ponte del Diavolo”.