comune di calendasco
La Storia
Calendasco si trova lungo la Via Francigena e fu un importante luogo di passaggio per i pellegrini.
In località Soprarivo, a 5 km dal paese e presso la frazione Boscone Cusani, si trova una stele in materiale di recupero romanico: segnalava un antico guado - noto come “Guado di Sigerico” - reso famoso dall’arcivescovo di Canterbury, allorquando lo citò nel suo diario di viaggio durante un pellegrinaggio nel 990.
Il nome del paese appare anche attorno all’anno mille in documenti conservati nell’Archivio del Duomo.
Un fatto storico di grande rilievo si lega a queste terre: si tratta della Dieta di Roncaglia del 1158. Federico Barbarossa convocò i rappresentanti delle città presso l’attuale località di Cò Trebbia Vecchia, per proclamare la sua autorità sui Comuni d’Italia. In quell’occasione pretese la restituzione alla Corona dei beni e delle regalie imperiali, imponendo un podestà nelle città. Questo avvenne dopo che i giuristi di Bologna definirono i “diritti regali” in base alla legge romana (Quod principi placet legis habet vigorem).
In un documento del 1187 firmato da Papa Urbano III, si legge che Calendasco veniva riconfermato al monastero di San Salvatore di Quartizzola.
Alla fine del XIII secolo, Calendasco apparteneva ai Pallastrelli e agli Scotti, ed era ancora nella giurisdizione feudale del Vescovo di Piacenza.
Il castello del borgo fu distrutto nel 1346 dai ghibellini di Piacenza, ma nuovamente occupato dai guelfi nel 1372, quando nel fortilizio si organizzava la resistenza contro i Visconti. Dopo pochi decenni fu dato in feudo agli Arcelli da Filippo Maria Visconti, insieme al castello di Santimento.
Proprio da quest’ultimo forte partì, nel 1449, una spedizione degli Arcelli contro il castello di Somaglia, ma gli Sforza li costrinsero a rientrare nei loro territori.
Sempre nel castello di Santimento, nel 1481, il conte Francesco Arcelli congiurò per far assassinare il Vescovo di Piacenza, ma fu scoperto e il feudo passò al Vescovo.
Quando il potere degli Arcelli venne meno, anche al castello di Calendasco furono assegnati nuovi signori: i Confalonieri. A questa famiglia è legato il ricordo di un fatto cruento: nel settembre 1572 Antonello De Rossi, amante della contessa Camilla, assassinò il conte Ludovico Confalonieri. Parte del feudo passò così ai Sanseverino, che vendettero in seguito al conte Gian Battista Zanardi Landi (1595), mentre metà dei possedimenti rimanevano ai Confalonieri, con la gestione del conte Muzio Benzoni.
Nel 1690, Ranuccio II Farnese investì con il titolo di conte Fabio Perletti, suo ambasciatore alla corte imperiale, e gli concesse il feudo di Calendasco.
Nel XIX secolo, dopo la costruzione del ponte sul Trebbia avvenuta nel 1825, Calendasco ha sviluppato un proprio ruolo commerciale.
Da vedere
Il castello di Calendasco, di cui non si conosce la data di fondazione, è una struttura in mattoni ben conservata, dotata di merlature, di una torre cilindrica e circondata da un fossato. L’ingresso principale mostra i segni del ponte e del ponticello levatoio, ma si accede all’interno anche dalla postierla per i passaggi d’emergenza. Passando dall’entrata principale si ammira una grande volta a vela, mentre alcune stanze conservano i soffitti a cassettoni.
La chiesa parrocchiale del paese era abbellita dai dipinti del conte Faustino Perletti, deputato della Costituente nel 1859. Tali dipinti furono poi ricoperti da quelli del pittore Luciano Ricchetti.
Interessante anche la neoclassica Villa Dal Verme, con i suoi notevoli arredi e le originali carte da parati con scene mitologiche e di caccia.
In Via Mazzini, 13 si trova l’Hospitale e Romitorio di San Corrado, antico ricovero dei pellegrini della Via Francigena. Nel XIV secolo ospitò anche San Corrado Confalonieri, un nobile piacentino nato nel 1290.
Durante una battuta di caccia, Corrado fece incendiare il sottobosco dai suoi servi per stanare una preda, causando danni ingenti ai campi e alle cascine nei pressi di Carpaneto Piacentino. Un innocente fu accusato al posto suo e, quindi, condannato a morte. Poco prima dell’esecuzione Corrado Confalonieri confessò e, dopo aver venduto i beni suoi e della ricca moglie, pagò i danni. Si unì poi al Terzo Ordine Regolare di San Francesco, mentre la moglie entrò in un convento della Figlie di Santa Chiara. Morì nei pressi di Noto (Siracusa), di cui è Santo Patrono.
Previa prenotazione, è possibile visitare il romitorio e la cripta longobarda (Informazioni: Tel. 0523.771431 fax 0523.771504; Centro Studi e Ricerche Storiche Ad Padum: tel. 0523.771504).
Dintorni
A Santimento, frazione di Calendasco e Rottofreno, troviamo il castello, raggiungibile prima di arrivare al capoluogo di Comune; è antecedente al 1291, quando faceva parte dei possedimenti dei Palmieri. Fu saccheggiato da Galeazzo Visconti nel 1313, ma conserva la facciata con il mastio quadrato e la torretta dotata di postierla, mentre non vi è più traccia del ponte levatoio.
A Boscone Cusani, vicino al Po, c’è il “Guado di Sigerico” segnalato dalla stele precedentemente citata in località Soprarivo.
Questo territorio, appartenuto ai Marchesi Cusani del feudo di Cignolo, fu interamente in terra lombarda fino al 1708, quando una deviazione del Po lo divise in due zone. Malgrado questo, continuò a far capo ai Cusani e a chiamarsi Botterone, come il territorio rimasto alla sinistra del fiume. Il nome “Boscone” divenne consueto solo alla fine del XVIII secolo.
Cò Trebbia Vecchia è un’ex mansione templare, testimoniata oggi dalla presenza di due acquasantiere con impresso il simbolo dei Templari, T (tau, lettera dell’alfabeto greco). Inoltre fu luogo di convocazione dei rappresentanti delle città (1158, Dieta di Roncaglia) da parte di Federico Barbarossa.
Presso Cò Trebbia si vedono gli ultimi tratti percorsi dal fiume Trebbia, prima che sfoci nel Po.
L’attracco di Calendasco è il settimo, partendo dalla foce, censito dall’ARNI.
Gli altri attracchi piacentini si trovano a Piacenza, Caorso, San Nazzaro, Monticelli e Castelvetro piacentino. Per informazioni: Azienda Regionale per la Navigazione Interna dell'Emilia Romagna (ARNI), Via Argine di Cisa, 11 - 42022 Boretto, Tel. 0522 96 38 11, fax 0522 98 44 30, e-mail: boretto@arni.it; maneggio Ponderosa, cell. 333.2442067.
Informazioni Utili
Municipio
Via Mazzini, 4
Tel. 0523-772722
Fax: 0523-772744
E-mail: comune.calendasco@virgilio.it
Sito web: www.comune.calendasco.pc.it
Carabinieri
Tel. 0523-768780
Pro Loco di Calendasco
Comune di Calendasco, Via Mazzini, 4.
Comitato Fiera del Po
Comune di Calendasco, Via Mazzini, 4.
Frazioni: Boscone Cusani, Cò Trebbia Nuova, Incrociata, Malpaga, Ponte Trebbia, Puglia, Santimento, Bonina, Castellazzo
Distanza da Piacenza: 11 km
Superficie: 37,30 kmq
Altitudine: m 55 s.l.m.
Residenti: 2.360
CAP: 29010