comune di castelvetro piacentino


La Storia

Gli Etruschi furono la prima popolazione a costruire una rete di canali per prosciugare la pianura tra il VI e il IV secolo a.C., fino a che sul territorio s’insediarono i Galli.
Per arrestare l’affermarsi di quest’ultima popolazione, i Romani nel 218 a.C. fondarono Piacenza e Cremona, popolandole di coloni: Castelvetro apparteneva allora al Municipio di Cremona.
Nei secoli VIII e IX, i monaci dell’Abbazia di Nonàntola continuarono la bonifica di queste terre.
Nel X secolo, Berengario - marchese del Friuli incoronato Re d’Italia e, nel 915, imperatore – stabilì i confini della giurisdizione del vescovo di Cremona, includendovi Castelvetro.
Un atto del 15 ottobre 1055 testimonia che l’imperatore Enrico concesse Castelvetro ai canonici di Cremona, confermando la supremazia cremonese che durava almeno da 150 anni.
Nel secolo XI il castello del borgo era detto castrum vetus, da cui deriverebbe il nome del Comune. Questo lascia presupporre che la fortezza, chiamata “vecchia” intorno al Mille, dovesse essere già allora piuttosto antica e che esistesse anche un insediamento, ma non si hanno notizie certe sull’origine del villaggio.
Resta il fatto che, nel XIII secolo, il castrum era già in rovina.
L’opera di bonifica fu continuata dai monaci benedettini di Chiaravalle nel corso del XII secolo. Nello stesso periodo iniziavano a Cremona le dispute tra Vescovo e cittadini, che cominciavano ad insediarsi nelle cosiddette Communia, nelle terre, cioè, lungo le rive del Po: un diploma imperiale del 1144 concesse ai cittadini i diritti su quei circondari, sancendo in questo modo il riconoscimento del Comune di Cremona.
Nel 1243 Castelvetro fu inclusa nello Stato Pallavicino, quando al governo c’era un personaggio importante di questa nobile famiglia: Oberto III detto Il Grande, investito dall’Imperatore Federico II della fortezza di Curiae Maioris (Cortemaggiore).
I Pallavicino si erano stanziati nella zona a cavallo dell’Arda intorno all’anno Mille, quando il loro capostipite, marchese Adalberto capitano delle milizie imperiali di Ottone I, Ottone II e Ottone III, scelse questa terra tra Po, Taro e preappennino (lo Stato dell’Aucia o Comitato Aucense menzionato dal secolo XI) originando lo Stato Pallavicino: all’epoca però la zona era nota come “Terre Obertenghe”.
Un nobile bolognese, Gregorio Casali (1496 – 1536), acquistò il feudo di Castelvetro all’inizio del XVI secolo, ricevendone poi investitura con titolo Comitale. Il conte Gregorio sposò la marchesa Livia Pallavicino, figlia del marchese Polidoro e signora di un terzo di Monticelli d’Ongina: il loro figlio, conte Michele Casali, divenne così feudatario di Castelvetro Piacentino e, nel 1567, fu investito per sé e per i propri discendenti dal Duca di Parma anche di un terzo di Monticelli.
Nel 1650 Francesco Casali acquistò un altro terzo del feudo di Monticelli, e fu investito col titolo Marchionale per sé e per tutti i discendenti maschi.
Francesco rimase anche Conte di Castelvetro Piacentino fino al 1691, quando vendette il feudo al nobile piacentino Federico II Coppalati: la sua famiglia lo tenne fino al XIX secolo, poiché si estinse con la marchesa Carolina.
Nel 1863 il sindaco e patriota Pietro Belli inaugurò il ponte in chiatte sul Po, mentre quello in ferro risale al 1892: a quel tempo si poteva dire il ponte in metallo più grande d’Italia, nonché uno dei maggiori in Europa; per la sua costruzione ci vollero cinque anni, anche a causa delle piene del fiume.
Il ponte fu distrutto nel luglio 1944 durante il conflitto mondiale; al suo posto fu costruito un ponte di barche utilizzato per quattro anni, dopodiché fu sostituito da quello attuale.
Ricordiamo che, nei primi anni del Novecento, furono istituite due cooperative di lavoratori agricoli: la Cooperativa Avanti in frazione Croce Santo Spirito (1904) e la Cooperativa di San Giuliano (1906); entrambe erano dotate di cooperativa di consumo, per costituire, oltre che uno strumento d’emancipazione, anche un concreto sostegno per i bisogni più immediati dei lavoratori, poiché vi si distribuivano generi alimentari di prima necessità al prezzo minimo corrente.
Forme di organizzazione del proletariato agricolo erano già attive sul territorio nel 1892, motivo per cui i contadini della zona aderirono massicciamente all’ondata di scioperi del 1901-02 promossi da Federterra. Non bisogna dimenticare che la zona rivierasca del Po era un’area dove si impiegavano un gran numero di braccianti, una categoria che possedeva solo la forza delle sue braccia ed era costretta a migrare continuamente da un podere all’altro: va da sé che proprio qui il livello di organizzazione di classe si sviluppò prima che altrove.

Da vedere

Sulla Piazza Emilio Biazzi (benefattore di Castelvetro) si affaccia il neogotico palazzo municipale, opera di Arnaldo Meazza inaugurata nel 1915. Sul prospetto principale del palazzo, coronato da merlatura ghibellina, cinque archi a sesto acuto delimitano il portico, sovrastato da eleganti bifore.
Davanti all’ingresso del Municipio si trova quel che resta dell’originario Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1926: diciamo “quel che resta” perché, in origine, le colonne sorreggevano una bronzea statua della Vittoria Alata, che elevava al cielo una coroncina di alloro. Nel 1945 si tolsero dal monumento i simboli fascisti, ma con essi s’involò anche la Vittoria: tuttora questa sparizione è un giallo irrisolto della storia di Castelvetro e dei suoi abitanti, che si augurano di vederla riemergere da qualche ripostiglio segreto.
La settecentesca Chiesa di San Giovanni Battista, riedificata nel '700, custodisce una tela che raffigura l’Assunta (1576), opera del cremonese Vincenzo Campi, celebre per la decorazione della volta di San Paolo a Milano.
(Parrocchia di Castelvetro, tel. 0523.823136).

Dintorni

La frazione Croce Santo Spirito si trova poco a nord del capoluogo: da oltre vent’anni è stata inglobata da Castelvetro, dato il costante sviluppo edilizio verso Cremona. Qui visita la chiesa settecentesca, che presenta pregiati affreschi e le decorazioni del 1846 dei pittori cremonesi Gallina e Gazza.
(Parrocchia di Croce Santo Spirito - Via Bernini, 3 - tel. 0523.823547).
San Giuliano, invece, è 4 km a sud del capoluogo, in direzione Villanova d’Arda.
La sua pieve è citata in un documento del 916. Il tempio che oggi osserviamo, con una notevole facciata, risale al 1740. Al suo interno sono custoditi alcuni preziosi dipinti e il ligneo altare maggiore.
(Parrocchia di San Giuliano, Via Sei Martiri, 5 - tel. 0523.826114).
Ad est della frazione, sulla riva del Po, si trova l’area naturalistica dell’antica foce del torrente Arda, compresa nell’area protetta “Oasi Isola de Pinedo” (si veda la sezione relativa a Caorso). Quest’ambiente è caratterizzato da lanche vive, mortizze e tracce di paleoalvei. Al fine preservare il patrimonio fluviale, la Provincia istituì negli anni ’70 quest’oasi faunistico-venatoria, dove, dal 1984, è protetta anche la vegetazione arborea.
Il legame tra gli abitanti di Castelvetro e il Po è attestato anche dalla nascita, nel 1990, del Circolo “Un Po di Vita”, che si occupa attivamente, in collaborazione con Legambiente, di salvaguardare il fiume e le poche lanche rimaste.
Una lanca è uno stagno, generalmente a forma di mezzaluna, che si forma nell’ansa di un fiume quando viene abbandonato dalla corrente: è un ambiente molto importante per alcuni pesci, che necessitano, per riprodursi, di temperature miti e assenza di corrente. Le lanche, infatti, sono fondamentali per l’ecosistema del Po, poiché vi si riproducono i persici, i lucci, il pescegatto, la tinca ed altri, oggi soppiantati da pesci come i siluri, che invece si adattano al nuovo corso del fiume.
Questi ambienti sono stati irrimediabilmente danneggiati da argini troppo alti: il Magistrato del Po e l’Autorità di Bacino per il Po stanno cercando di porre rimedio a questa situazione, stabilendo il graduale abbandono delle golene da parte dell’uomo.

Informazioni Utili

Municipio
Piazza Emilio Biazzi, 1
Tel. 0523-257611
Fax: 0523-824734
E-mail: comune.castelvetro@sintranet.it
Sito web: www.comune.castelvetro.pc.it

Carabinieri
Caserma di Monticelli d’Ongina
Tel. 0523-829469

Frazioni: San Giuliano, San Pedretto

Distanza da Piacenza: 28 km

Superficie: 35,1 kmq
Altitudine: 39 m
Residenti: 5.129 circa

CAP: 29010