comune di Farini
La Storia
Questi territori furono frequentati fin dal Mesolitico, come dimostrano i tantissimi strumenti in diaspro e selce trovati tra Trebbia e Nure, specialmente nella zona che da Piani d’Aglio va al valico di Santa Barbara e alla Sella dei Generali.
Nel Comune di Farini si osserva una rete di case-torri a vedetta sullo spartiacque tra Trebbia e Nure e tra Nure e Ceno, il che conferma l’esistenza di antiche e battute vie di comunicazione e commercio.
In particolare ci sono evidenze di fortificazioni a Cogno San Bassano e Cogno San Savino, ed erano certamente dotate di castelli Pradovera (per il controllo del crinale tra Trebbia e Nure), Montereggio (che controllava i passaggi alla Valle del Ceno attraverso il Passo delle Pianazze), Groppallo e Nicelli (1.063 m), dove il fortilizio fu trasformato in palazzo.
Proprio a Mareto e a Nicelli (ma anche a Montereggio) sono venuti alla luce reperti di epoca romana che dimostrano l’importanza strategica di queste zone nei secoli: si ritiene, infatti, che molte case-torri medievali siano state costruite laddove esistevano già torri di segnalazione più antiche.
La Via del Sale consentiva gli scambi commerciali tra la pianura, ricca di cereali, e la Liguria, serbatoio di sale, olio d’oliva e spezie: questo itinerario transitava per i Passi del Linguadà e delle Pianazze, per piegare poi verso ovest lungo le pendici del Monte Aserei, alla volta di Coli e di Bobbio. Ad ulteriore conferma dell’importanza del Passo delle Pianazze, ricordiamo che il suo attuale posto di ristoro è documentato già nella seconda metà del Settecento.
La Via degli Abati (Bobbio, Bardi, Borgotaro e Pontremoli) coincide in parte con la Via del Sale e due sono le tappe che toccano il territorio di Farini, descritte nelle carte del C.A.I.: Monte Aserei, Nicelli, Mareto e Vigonzano, Guglieri, Farini, Canova, Groppallo, Bruzzi.
La storia di Farini non registra grandi eventi, mentre quella delle sue frazioni fu movimentata dagli scontri tra guelfi e ghibellini e tra i vari signori che si contendevano i castelli posti a vedetta delle valli.
Una famiglia strettamente connessa a queste montagne è quella dei Nicelli: un manoscritto ottocentesco riporta la tradizione secondo cui il borgo di Nicelli fu fondato dal soldato romano Marco Annicio e il castello era chiamato Annicei. Sempre stando a questo documento, la fortezza fu donata da Carlo Magno ad un esponente dei Nicelli signori dell’alta Val Nure, essendosi questi distinto al fianco dell’Imperatore sceso in Italia per catturare Desiderio (774); l’Imperatore Ottone diede poi la “corte dei Nicelli” all’abate di Bobbio, ma anche questo fatto storico non è documentato.
Quel che è certo, invece, è che Lanfranco Nicelli fu signore di queste terre nel 1207.
Un contratto del 999 documenta che a Cogno San Savino aveva possedimenti un conte Ugo, mentre il Monastero di San Savino e il cenobio di Bobbio si contesero proprietà in quest’area nel 1047.
Nel 1514 il castello di Cogno era certamente occupato da Cristoforo Nicelli.
I Landi sono un’altra nobile dinastia insediatasi sui monti intorno a Farini: essi, infatti, furono feudatari della vicina Valle del Ceno e della Valle del Taro già a partire dai secoli XII e XIII.
Altre casate si avvicendarono nel comprensorio comunale: i Pallavicino, gli Arcelli, gli Scotti, i Visconti e i Caracciolo: questi ultimi possedevano il castello di Pradovera nel tardo Quattrocento.
Il 17 novembre 1867 Vittorio Emanuele II sanciva con regio decreto la nascita del Comune di Farini d’Olmo.
Nel 1932, il vescovo Menzani concesse l’istituzione di una nuova parrocchia: la chiesa di San Giuseppe fu eretta tra il 1949 e il 1955. La facciata è contraddistinta da tre alti finestroni; numerose finestre laterali illuminano l’interno a navata unica, che custodisce la Via Crucis ed altri affreschi di Luciano Ricchetti nell’abside.
La costruzione della chiesa portò Farini a svilupparsi in misura più impostante rispetto a Olmo: per questo, nel 1980, al toponimo venne tolto “d’Olmo” su proposta del consiglio comunale.
Negli anni ’50-’60 fu costruita la strada che collega Farini a Pradovera (15 km), mentre i genieri prepararono le piste che collegano Pradovera a Coli mediante il Passo di Santa Barbara e la Sella dei Generali (1.151 m).
Da vedere
Arrivando a Farini da Bettola lungo la statale 654, possiamo cominciare a visitare il territorio comunale a sinistra del Nure svoltando a destra verso Cogno San Bassano.
In questa frazione (897 m) si visitano la chiesa dedicata a San Bassano, costruita nel XX secolo accanto alle rovine della precedente, e la Torre dei Ghezzi, che porta lo stemma dei suoi antichi proprietari: i Nicelli.
Proseguendo lungo la strada si transita sul Passo della Cappelletta, lungo le pendici nord del Monte Rocchetta.
A 15 km da Farini si trova Pradovera (933 m), frequentato luogo di villeggiatura chiuso dall’anfiteatro dei monti Osero ad est (1.297 m), Rocchetta a sud-est (1.109 m), Aserei a sud (1.421 m) e Sant’Agostino ad ovest (1.255 m).
Pradovera fu contea e marchesato e nel 1438 appartenne a Bartolomeo Anguissola - del ramo di Grazzano, Riva, Montesanto, Montechiaro, Statto, San Damiano e Pradovera. Nel 1473 fu feudo del napoletano Antonio Caracciolo.
La chiesa di Santa Maria Assunta è stata ristrutturata negli anni ’70, mentre il campanile alto 30 m fu costruito interamente in pietra e inaugurato nel 1904: lo si vede da tutti i monti che racchiudono la Valle del Perino. L’interno del tempio è ad aula unica, e preserva un settecentesco coro ligneo e l’altare dello scultore Paolo Perotti. Poco distante dalla chiesa si trova la statua lignea raffigurante un alpino e dedicata ai Caduti.
L’antica vasca pubblica nel centro del paese è stata recentemente restaurata insieme ad alcune case in sasso.
La strada panoramica Pradovera-Coli offre bellissimi scorci, ma Pradovera può essere il punto di partenza per la scoperta della Valle del Perino, celebre per le sue antiche rocce ofiolitiche di origine magmatica, per i canyon e, soprattutto, per le cascate di Calenzano.
Se poi si sceglie di percorrere il sentiero verso Peli e il Passo di Santa Barbara, si individuerà immediatamente la grande statua bianca all’incrocio tra la via che sale da Peli, quella che arriva da Coli e quella che arriva da Pradovera: si tratta di uno dei luoghi più suggestivi dell’Appennino Piacentino.
Sempre a destra della statale 654 si snoda una strada parallela alla precedente, ma sul lato sud del Monte Rocchetta.
In sei km di tornanti si arriva a Cogno San Savino (829 m), noto come la “San Marino della Val Nure”: il borgo è davvero suggestivo, arroccato com’è su una rupe a picco sul Rio Rossana. Vale la pena di visitarlo anche per lo splendido panorama: dall’ampio sagrato della chiesa lo sguardo spazia dalla chiesa di Groppallo - contraltare di Cogno sulla riva opposta del Nure -, per arrivare oltre, fino al Monte Santa Franca (1.317 m), al Monte Menegosa (1.356 m), al Monte Lama (1.345 m) e, addirittura, al Pelpi (1.480 m).
L’antichissima chiesa di San Savino è citata per la prima volta in un documento del 1191 ed era dipendente dalla plebana di Centenaro. Il millenario campanile romanico, quadrato e coronato da bifore, è alto 18 metri: per la sua costruzione sono state utilizzate pietre perfettamente squadrate da esperti scalpellini. L’edificio è stato ristrutturato con facciata barocca nel primo Novecento; l’interno a navata unica conserva una statua settecentesca della Vergine, portata in processione in occasione della festa di fine estate.
Del castello di Cogno San Savino non resta traccia, ma in paese si individua una casa-torre.
Non distante, a Vigonzano, ci sono i resti di una miniera di calcopirite.
Si prosegue per Mareto, posto a 979 metri sul livello del mare.
La chiesa di San Martino da Tours esiste almeno dal Cinquecento. Nel 1903 il Vescovo G. B. Scalabrini consacrò il nuovo edificio, costruito in sostituzione di quello, ormai in rovina, della seconda metà del XVIII secolo; dell’edificio settecentesco venne però preservato il campanile. L’interno a navata unica ha quattro altari.
Da Mareto parte la pista aperta negli anni ’50 dai genieri della Divisone Legnano sulle pendici del Monte Aserei.
Una deviazione a sinistra della strada principale - che prosegue per la Sella dei Generali, Pradovera, Peli e Coli - porta a Nicelli, l’antico borgo a 1.063 metri sul livello del mare.
Mareto è il punto di partenza ideale per un’escursione al Monte Aserei, il grande spartiacque tra Trebbia e Nure.
Si lascia la macchina nel posteggio di Mareto e si prende il sentiero 027 per raggiungere località “Fontanone” (1.150 m) e quindi Cima Liscaro (1.306 m), ignorando le indicazioni del sentiero 001, che unisce Passo della Cappelletta e Passo del Mercatello.
Da Cima Liscaro si segue a sinistra il sentiero 151 proveniente dal Passo Santa Barbara. Passando per una pineta, in mezz’ora si arriva in vetta (1.432 m). La discesa è facilitata proprio dalla pineta, che è sufficiente seguire puntando verso il Monte Albareto (e si ignora ancora il sentiero 001 della Marcia Longa). Dopo una quarantina di minuti, si prende il sentiero delimitato dal muretto a secco e si arriva alla strada bianca che porta a Nicelli e a Mareto in 45 minuti.
Per visitare il territorio sulla riva destra del Nure, attraversato dalle valli Lardana e Lavaiana, si prende la strada a sinistra della statale 654 presso Farini.
Si arriva a Groppallo (997 m) dopo una serie di curve.
La sua chiesa fu eretta su un’altura di serpentino (il “groppo” da cui prende nome tutto il borgo), sulla quale c’era un tempo il castello distrutto durante le guerre tra guelfi e ghibellini. Nel Quattrocento, quando il borgo era proprietà dei genovesi Cavanna, fu eretta la chiesa, tributaria della pieve di San Pietro a Centenaro. L’attuale chiesa di Santa Maria Assunta fu costruita letteralmente “intorno” al vecchio tempio quattrocentesco negli anni ’30: questa è la ragione per cui appare tanto imponente.
A Montalto di Groppallo, detto Fontanino, c’è un’area attrezzata immersa nel verde.
Si prosegue passando per Pometo, Riovalle, Selva e Bruzzi e si raggiunge Boccolo Noce (875 m).
Il territorio appartenne probabilmente alle celle monastiche bobbiesi: infatti, poco oltre, sulla strada per Bardi, si trovava l’ospedale di Boccolo Tassi, struttura fondata con certezza dai monaci di San Colombano. La chiesa della frazione, che in passato dipese dalla pieve di Centenaro, è una delle poche in Italia dedicata a San Leonardo, protettore dei prigionieri e dei costruttori di catene.
A 1,8 km da Boccolo Noce c’è il Passo Linguadà, attraversato dalla strada che porta a Bardi.
Una delle escursioni in quest’area, parte dal Monte Menegosa (1.356 m) dirigendosi alle pendici del Monte Lama (1.345 m), alla Costa della Strinata, al Passo Linguadà e, quindi, a Taverne; prosegue poi lungo le pendici del Pizzo Granato, ad Orlandazzo e, infine, al Passo delle Pianazze.
Dal Passo Linguadà parte il sentiero panoramico 035 per il Monte Ragola (1.770 m): la lunghezza del percorso è di 17 km, ma non presenta particolari difficoltà.
Per visitare la parte sud-est del comprensorio comunale, ci si può spostare lungo la statale 654 fino ad un bivio sulla sinistra: una strada porta a Canevari e a Prato Giardino costeggiando il torrente Lavaiana, l’altra, più grande, porta al Passo delle Pianazze (987 m) e a Montereggio, passando per la frazione Le Moline.
Le origini di Montereggio (650 m) sono davvero antiche, come provato dalle terrecotte e dalle monete di epoca romana qui rinvenute. Da visitare la millenaria chiesa dei SS. Gervasio e Protasio, detta “del Castello”. Il tempio antico fu sostituito nel 1559 da un nuovo edificio dedicato a Sant’Andrea Apostolo, costruito nel luogo in cui oggi lo vediamo. Il suo attuale aspetto è però di epoca più recente; al suo interno custodisce una statua seicentesca di S. Andrea. Molte case del borgo sono settecentesche: le loro porte, con l’architrave che reca la data di costruzione, sono state recentemente oggetto di una ricerca fotografica di Paolo Figoni.
Informazioni Utili
Municipio
Piazza Marconi, 10
Tel. 0523-910235
Fax: 0523-910470
E-mail: comune.farini@sintranet.it
Sito web: www.comune-farini-pc.it
Carabinieri
Tel. 0523-910112
Comunità Montana Valli del Nure e dell’Arda
Bettola - Piazza Cristoforo Colombo, 6
Tel. 0523-900048 - 0523-911541
C.A.I. Piacenza
Tel. 0523-328847
Ufficio Informazioni Turistiche di Grazzano Visconti
Corte Vecchia, 7
Tel. e Fax: 0523-870997
Corpo Guardie Forestali
Tel. 0523-917016
Biblioteca
Tel. 0523-910135 - 0523-910110
Pro Loco Farini
Tel. 0523-910235
Pro Loco Groppallo
Tel. 0523-910482
Centro Ricreativo - Sport
Tel. 0523-910110
Frazioni e località: Boccolo Noce, Bruzzi, Cogno San Bassano, Cogno San Savino, Farini, Groppallo, Le Moline, Mareto, Montereggio, Pellacini, Pianadelle, Pradovera
Distanza da Piacenza: 45 km
Superficie: 112,15 kmq
Altitudine: m 424 s.l.m.
Residenti: 1.950 circa
C.A.P.: 29023