comune di nibbiano
La Storia
La zona di Nibbiano fu abitata nella preistoria, ed assunse una certa importanza in epoca romana, quando si chiamava Curte Neblani: alla confluenza tra Chiarone e Tidone, presso Trevozzo, si sono rinvenute testimonianze del passato.
Durante l’epoca Carolingia, la zona fu compresa tra i territori del Monastero di San Colombano di Bobbio.
Nibbiano divenne così un frequentato mercato collocato lungo una variante della Via Francigena, una stazione di sosta posta tra diverse valli: la Valle del Tidoncello permetteva di scendere in Val Trebbia all’altezza di Mezzano Scotti, mentre il passaggio attraverso Pieve di Stadera e Trebecco metteva in comunicazione la Val Versa (con Portalbera per il guado del Po) e l’Alta Val Tidone.
Entrambi i percorsi permettevano di raggiungere la Liguria.
Questa posizione rese Nibbiano un castello di grande importanza strategica: fu un nodo commerciale battuto anche dai pellegrini, nel Medioevo fu territorio di confine con i possedimenti della ghibellina Pavia e, qualche secolo dopo, stazione di dogana verso lo Stato Sabaudo.
Attorno al Mille furono erette molte rocche sulle alture nei pressi di Nibbiano, che era già munito di una torre ancora più antica.
Al 1029 risalgono le prime notizie certe del castello del capoluogo (Curte de Neblano cum Castro et Torri) e di quello di Trebecco, mentre la fortezza di Sala Mandelli fu commissionata, con ogni probabilità, dal Libero Comune di Piacenza tra il secolo XI e il XII.
Quest’ultima frazione, il cui antico nome era Sala, fu forse fondata dai Longobardi (Sala stava per “masseria”, “azienda agricola”).
Al 1152 risale la prima notizia della Chiesa di Santa Maria del Monte, già meta di pellegrinaggi.
Con il dominio Visconteo, finì l’egemonia del cenobio di San Colombano, e queste terre furono infeudate ai Malvicini Fontana.
Le cronache riportano due infausti avvenimenti nel 1514: il castello di Trevozzo fu parzialmente distrutto dalle milizie Vermesche, mentre le truppe genovesi saccheggiarono Nibbiano, i cui abitanti riuscirono però a respingere l’attacco e a fare prigionieri.
Con la costituzione del Ducato di Parma e Piacenza, Nibbiano divenne stazione di dogana.
Tra il XVI e il XVII secolo, quando i Farnese pretesero che i nobili risiedessero in città, molti castelli di Nibbiano furono trasformati in signorili dimore estive.
Nel 1765, quando era Duca Ferdinando di Borbone, Nibbiano passò agli Azzara, nobile famiglia spagnola: a quel tempo il castello conservava ancora il suo aspetto originale.
Nel 1773 i castelli di Trevozzo e di Sala Mandelli ospitarono Maria Amalia d’Austria in visita nella Val Tidone: l'arciduchessa era figlia del Duca di Parma, Don Ferdinando di Borbone.
La Principessa Maria Luigia d'Austria, che, tra le altre cose, commissionò la costruzione del ponte sul Tidone, soggiornò a Sala Mandelli nel 1831.
La circoscrizione comunale di Nibbiano fu ampliata nel 1928, quando le furono aggregati i due centri pavesi di Trebecco e di Caminata.
Quest'ultima ritornerà all'autonomia nel 1950, restando però nella provincia di Piacenza.
Da vedere
Nibbiano ha mantenuto l’originale impianto medievale, che non sarà difficile scorgere girando per le vie del paese. All’ingresso dell’abitato si erge la torre che faceva parte dell’antico fortilizio, trasformato intorno al 1832: se ne rintracciano comunque i resti nelle case accanto alla torre. La Chiesa parrocchiale consacrata a San Pietro, risalente alla fine del ‘500, custodisce al suo interno pregevoli stucchi ai quattro altari laterali e ricche decorazioni nella navata centrale, opera del pittore senese Umberto Giunti. Nella prima cappella, che reca lo stemma dei Malvicini Fontana, è presente un dipinto seicentesco che ricorda la scuola del pittore bolognese Camillo Procaccini.
Dintorni
Proponiamo un giro delle frazioni partendo da Pianello.
Strà si trova all’altezza di Pianello, ma sulla riva sinistra del Tidone. Si tratta di una frazione dalla storia recente, tristemente nota per l’eccidio del 30 luglio 1944, quando nove persone - anziani, donne, un bimbo e un giovane disabile - furono uccisi da fascisti e tedeschi in una rappresaglia contro i partigiani.
A ricordo del massacro, nel 1958 fu eretto il Santuario della Beata Vergine Madre delle Genti su disegno del piacentino Cattadori. L’edificio, consacrato nel 1961, conserva al suo interno la statua della Vergine dello scultore G. Runggldier e la fiamma perenne accesa alle Fosse Ardeatine.
Torniamo sulla SS 412.
Una deviazione sulla destra conduce a Sala Mandelli, posta su un’altura tra Corano e Montalbo che regala una magnifica vista sui borghi antichi.
Il nome Mandelli fu aggiunto nel 1792, quando l’eredità passò dai marchesi Malvicini Fontana a questa famiglia. Il castello fu trasformato in una signorile dimora circondata da un bellissimo parco tra il 1693 e il 1701; conserva però l’originale torre d’ingresso. La Chiesa di Sant’Andrea è in stile neogotico.
Lungo la SS 412, non lontano da Pianello, si arriva a Trevozzo (m 195), feudo dei conti Cattaneo, la cui investitura fu confermata dai Farnese. L’antico castello divenne sontuosa residenza ottenuta sul fortilizio, di cui restano due belle torri quadrate sporgenti, tracce degli incastri del ponte levatoio e un colonnato successivamente murato.
La Chiesa dell’Assunta, finita nel 1705, ha pianta ottagonale e incorpora nella sagrestia il trecentesco oratorio francescano di S. Maria. La barocca navata unica conserva belle decorazioni e pregevoli stucchi e arredi, come un armadio in noce riccamente intagliato ed un organo del 1775. Gli affreschi intorno alla pala d’altare e dell’abside, rappresentano la Vita della Vergine e sono opera di Bartolomeo Rusca (1680 – 1750).
Un pellegrinaggio porta, alla fine del mese di maggio, al Santuario di Santa Maria del Monte, fondato nel 1152 e, da allora, meta dei pellegrini. Nel XVI secolo assunse le caratteristiche del Santuario, pieno di ex voto anche molto antichi. Di fronte sorgeva una vetusta cappella, detta “delle formiche”, perché ogni anno, ai primi di settembre, occorre il fenomeno del volo nuziale della formica Myrmica Scabrinodis.
Dal santuario si scende a Tassara, un tempo parte del marchesato dei Malvicini Fontana e successivamente stazione di dogana sotto il regno di Maria Luigia d’Austria. Il castello trecentesco passò nel XVI secolo ai Cigala Fulgosi, ma tornò ai precedenti proprietari nel XVIII secolo. Oggi ha l’aspetto di un’imponente dimora, ottenuta ingentilendo il maniero.
Continuando lungo la strada, si giunge a Pieve Stadera, che un tempo controllava una vasta giurisdizione ecclesiastica. Questo territorio era fortemente munito sui colli che lo circondano. Oggi in paese si vede il Palazzo costruito sul castello, mentre, nella panoramica località Torre Gandini, c’è ancora il possente torrione medievale con il pilastro interno che sostiene il tetto; purtroppo il portale è stato danneggiato per far posto ad un abbeveratoio quando la torre fu adibita a stalla. Da questa altezza si controllavano anche i castelli di Trevozzo e di Montemartino (Pecorara), oltre ad un lungo tratto del Tidone.
Si torna sulla SS 412 in direzione Nibbiano. Un bivio sulla destra conduce a Trebecco, il Castrum De Durobecho della pergamena del 1029. All’epoca viscontea il castello fu conteso dal Vescovo di Bobbio e dai Malvicini Fontana, che alla fine lo ottennero a patto di fare buone donazioni al Monastero. Ma, data la sua posizione strategica ai piedi del Monte Bissolo, altre famiglie lo possedettero; i Dal Verme furono gli ultimi proprietari.
Il castello è ridotto ad un rudere, ma molte sue parti sono state inglobate nel borgo. Semplice e bella la Chiesa di San Giacomo.
Alle pendici dello stesso monte fu costruita, tra il 1921 e il 1928, la Diga del Molato, per regolare il deflusso delle acque del Tidone e per produrre energia elettrica.
Il lago artificiale è lungo 2,5 km e, nel punto più largo, è 750 metri.
A Ruino, nel pavese, la ditta costruttrice della diga edificò un neo-romanico Santuario dedicato alla Madonna.
Torniamo sulla SS 412 in direzione Pianello.
Un bivio sulla sinistra porta a Genepreto, un borgo in cima ad un colle dal quale tuffarsi nel bellissimo panorama.
Dal XIV secolo al 1792, il suo castello restò nelle mani dei Malvicini Fontana. Passò poi ai Mandelli, all’Ospedale Civile di Piacenza e poi la proprietà fu frammentata.
Del fortilizio sono riconoscibili alcune feritoie a forte strombatura e tracce di archi.
La chiesa parrocchiale ingloba il torrione del castello nell’abside.
Poco più avanti si visita Corticelli.
Il borgo era forse cinto da mura e aveva l’aspetto di un piccolo complesso fortificato.
Oggi una porzione del castello è inglobata in un edificio che, al suo interno, vanta un bellissimo camino rinascimentale.
Anche l’Oratorio di S. Elisabetta era parte del fortilizio.
Informazioni Utili
Municipio
Via Roma, 28
Tel. 0523-993711
Fax: 0523-990041
E-mail: comune.nibbiano@sintranet.it
Sito web: www.comune.nibbiano.pc.it
Carabinieri
Tel. 0523-998812
Comunità Montana Valle del Tidone
Via Manin, 19/A
Tel. 0523-993046
Fax: 0523-993505
E-mail: cm.tidone@sintranet.it
I.A.T. Informazione Attività Turistiche
P.za Garibaldi, 18
29011 Borgonovo V.T.
Tel. 0523-861210
Frazioni: Corticelli, Genepreto, Nibbiano, Sala Mandelli, Stadera, Strà, Tassara, Trebecco, Trevozzo
Distanza da Piacenza: 44 km
Superficie: 44,01 kmq
Altitudine: m 284 s.l.m.
Residenti: 2.470 circa
CAP: 29010