comune di ponte dell'olio
La Storia
La zona tra il Trebbia e il Riglio era sfruttata già dai Liguri e dai Romani per i suoi giacimenti di ferro e di rame, quindi non è da escludere che il comprensorio comunale fosse abitato in tempi remoti.
Il villaggio di Ponte Albarola - così si chiamava Ponte dell’Olio in passato - è citato per la prima volta in un documento del IX secolo, ma, nel 418, queste terre erano già tra i fondi di Sant’Antonino in Piacenza: nell’Alto Medioevo qui esisteva un ponte di legno con pedaggio, che dava il nome a tutta l’area.
Oggi Albarola è una frazione inclusa nel Comune di Vigolzone, due km più a valle.
Ponte dell’Olio fu un borgo molto importante sulle vie commerciali tra Emilia e Liguria: come dice il suo nome, qui si trovavano i magazzini dell’olio d’oliva e del sale provenienti dalle aree liguri; i commercianti genovesi riprendevano poi il cammino con i carichi di cereali della nostra pianura.
Il villaggio, evidentemente fortificato per il suo ruolo nelle rotte commerciali, costituiva uno sbarramento sul Nure insieme ai castelli di Bicchignano, Folignano, Montesanto, Riva e Torrano.
Il borgo era anche dotato di un hospitale per il ricovero dei pellegrini, della cui presenza ci è giunta testimonianza dal Duecento, insieme a quella circa la Chiesa di San Giacomo.
In questo secolo, durante gli scontri burrascosi tra fazioni, Ponte Albarola fu di fede guelfa, ma con la caduta di Alberto Scoto queste terre passarono a Lancillotto Anguissola, nel 1324: si tratta del soldato/poeta delle milizie viscontee citato dal Petrarca, che ebbe legami d’amicizia con la nobile famiglia.
Nel 1414 i discendenti di Bernardo Anguissola ottennero dall’Imperatore Sigismondo l'investitura feudale dei castelli di Vigolzone e di Folignano e della villa di Albarola, insieme a Riva e Monte Santo; un anno dopo l’imperatore concesse agli Anguissola di tenere mercato nella corte del castello di Riva.
In seguito Ponte dell’Olio fu di proprietà dei Salvatico.
Dal 1567 il borgo appartenne ad Ottavio Farnese, come anche Carmiano e Spettine.
Il duca Ranuccio II Farnese, nel 1671, accordò il permesso di tenere a Ponte dell’Olio una fiera agostana di tre giorni consecutivi, comprendenti la Festa dell’Assunzione, il giorno di San Rocco e quello successivo: la Fiera è organizzata ancora oggi.
Con questa grazia speciale, Ranuccio incrementò le occasioni di commercio in Val Nure, già animato dalla Fiera di Bettola di settembre.
Il 1752 è l’anno di fondazione della storica banda musicale “Giubbe Rosse”, una delle maggiori bande d’Italia.
Un’altra tappa importante nella vita del paese fu segnata nel 1829, quando all’ingegner G. B. Ferrari fu commissionato il nuovo ponte ad otto archi a sostituzione del vecchio, ormai in rovina.
Nel 1881 arrivò la tramvia a vapore.
Negli stessi anni Emilio Rossi si accingeva a costruire la prima fornace per la produzione di calce a zolle (fino al 1958) e di laterizi. I sassi calcarei provenienti dai cantieri minerari della collina erano trasportati dagli animali prima, e dai vagoncini Decauville poi; la littorina portava invece materiale allo stabilimento piacentino di Via Caorsana.
Nel 1931 fu costruito il ponte ferroviario di cemento armato.
La storia delle frazioni comunali segue in parte quella del capoluogo.
Qui di seguito riportiamo qualche notizia storica più dettagliata sui dintorni di Ponte dell’Olio.
Le prime documentazioni relative al castello di Folignano risalgono al 1319, quando gli Anguissola lo acquistarono dai Copallati. Nel 1335, presso il fortilizio si radunarono i partigiani del duca di Milano Galeazzo Visconti, in guerra contro il Papa.
Nel 1482 Gian Galeazzo Sforza riconfermò il feudo di Folignano al conte Giovanni Carlo Anguissola, valoroso capitano di suo nonno Francesco Sforza.
Anche Luigi XII, nei primi anni del Cinquecento, rinnovò l’investitura al conte Pier Bernardino Anguissola; la nobile famiglia tenne così Folignano fino al XIX secolo.
Il castello di Torrano risale al XIII secolo. Forse non a tutti è noto che il celebre tenore Antonio Luigi Minetti, nato a Piacenza nel 1838, scelse di trasferirsi con la famiglia in un podere di Torrano. Una lapide è stata posta in sua memoria al cimitero della frazione, dove l’artista è stato sepolto.
Il castello di Castione apparteneva ai Da Rizzolo intorno al Mille.
Un episodio lega queste terre ad Alberto Scoto: nel 1317 l’ex Signore di Piacenza, a quell’epoca asserragliato nella fortezza di Castell’Arquato, fu messo in fuga dal capitano visconteo Nello da Massa dopo aver razziato bestiame proprio a Castione.
Riva è invece citata per la prima volta in un atto del 1199, ma il primo fortilizio fu, con ogni probabilità, costruito attorno al Mille e segnalato in un atto di vendita tra gli Ardizzoni e i Visdomini.
L’attuale castello di Riva, benché rimaneggiato, fu eretto dai Del Cario nel 1277 e fu poi un’importante rocca nello scacchiere difensivo degli Anguissola, che lo acquistarono nel 1323 e lo tennero fino al 1567 insieme ai fortilizi di Montesanto e Veano; in seguito il maniero di Riva appartenne ad Ottavio Farnese, che ne fece la sua residenza estiva negli stessi anni in cui acquistò le miniere di ferro e rame di Ferriere.
In seguito i Farnese assegnarono il marchesato di Riva al condottiero Paolo Vitelli.
Carmiano e Riva passarono ai Maggi nel 1703, ai Cusani di Milano, agli Sforza Fogliani nel 1778, ai conti Scribani Rossi e quindi al principe romano Emanuele Ruspoli, che nel 1884 fece restaurare il castello in stile neogotico, su progetto dell’architetto piacentino Angelo Colla. Oggi il complesso castrense di Riva appartiene ai nobili Fioruzzi.
Da vedere
A nord del paese, vicino al ponte ferroviario del 1931 (in disuso), c’è il “fontanazzo”, posto presso le sponde del Nure: era la fontana pubblica, con i vasconi per lavare i panni usati dalle donne di Ponte dell’Olio fino ai primi decenni del Novecento. Il fontanazzo fu costruito alla fine dell’Ottocento per sfruttare l’antica fonte già usata dall’hospitale di San Giacomo. In effetti la chiesa parrocchiale di San Giacomo patrono del pellegrini, si trova a poche decine di metri (Via Vittorio Veneto, 5); il tempio risale al Duecento: una iscrizione al suo interno riporta la data del 1272, ma, con ogni probabilità, si tratta della data di ricostruzione, e non di fondazione. L’edificio fu ristrutturato nel Settecento, quando venne dotato di una facciata barocca e di un’importante torre campanaria (1790). Al suo interno custodisce un tesoro: la cantoria ospita un prezioso organo costruito dal maestro Antonio Sangalli di Bergamo; si tratta di un raffinato e complesso strumento, che regala una ricca varietà di suoni. Da vedere anche la barocca statua lignea della Madonna e la pala d’altare attribuita a Giuseppe Peroni.
Non distante si visita il Complesso della Cementirossi, costituito dalle fornaci per la produzione della calce e comprendente scuderia, magazzino e Villa Rossi, l’elegante dimora liberty edificata nel 1911.
Sono rimaste tre delle cinque torri che funzionavano a carbone: due risalgono al 1895, la terza al 1923. L’impianto rimase in funzione fino al 1958, ed oggi tutto il complesso è proprietà comunale.
Merita una visita il quattrocentesco oratorio di San Rocco: probabilmente questo tempio, posto al centro del paese, è il più antico del borgo; nell’abside conserva un dipinto datato 1619, Madonna e Sante.
Anche Villa San Bono si trova nella zona est del paese, all’inizio della strada per Castione: è un edificio neoclassico con chiesetta della seconda metà del Settecento, commissionato dalla famiglia francese Sabonet. Qui nel 1819 soggiornò la regina inglese Carolina Amalia Elisabetta di Brunswick, nota per essere stata l’infelice moglie di Giorgio IV. La Villa, proprietà della Curia Piacentina, un tempo era circondata da un grande parco.
Dintorni
Appena superato il ponte sul Nure, in direzione Ponte dell’Olio, una strada sulla sinistra porta alle frazioni di Folignano, Zaffignano e Torrano.
Il castello di Folignano, a pianta quadrangolare, è in pietra e mattoni ed è circondato da fossato. Le torri angolari rotonde sono piuttosto basse. L’interno è stato trasformato in abitazione, ma in alcune sale vi sono tracce di affreschi.
A Zaffignano, poco oltre, c’è Villa Zanardi Landi
I più sportivi saranno interessati ai tracciati per mountain bike con segnavia a Torrano, l’abitato che si trova poco più avanti. Qui si visita il duecentesco castello, dotato di una massiccia torre quadrata inclusa entro mura merlate. La chiesa della frazione è dedicata a San Martino vescovo: dal XIV secolo si documenta il suo importante ruolo di plebana, con molte chiese tributarie in Val Nure e anche in Val Chero; l’interno fu riccamente affrescato da G. B. Natali tra il 1730 e il 1740.
A Ponte dell’Olio un’altra strada sulla sinistra porta verso Castione (330 m), con la torre quadrata del castello e tratti delle mura. La chiesa dei SS. Giovanni Battista e Antonino fu donata dai Salvatico alla popolazione in seguito al crollo di quella del paese: era la loro cappella di famiglia, e merita una visita per i settecenteschi affreschi della Scuola del Bibiena.
Lungo la statale, ai margini sud dell’abitato del paese, si trova la località Riva alla propria destra.
Il castello di Riva, della cui storia si è già detto, fu edificato sulle sponde del fiume usando i sassi del Nure, in cui affondano le mura scarpate presso il medievale canale San Giorgio. La pianta è triangolare, con torri di diversa dimensione ai vertici: il lato maggiore della struttura fronteggia il nord, costeggiando il corso del fiume; il lato sud e quello est sono minori, e si incontrano accanto alla strada statale. Il massiccio mastio si trova al vertice nord-ovest ed è coronato da merlatura ghibellina sorretta da beccatelli. L’ingresso si trova a sud-est, davanti alla chiesa di San Martino, ed è difeso da un torrione un tempo dotato di caditoie e ponte levatoio per proteggere l’entrata; oltrepassando la torre, all’interno dell’edificio castrense ci sono i locali delle guardie ed una torre minore. Sul lato nord-est c’è l’altra torricella. La chiesa di San Martino custodisce pregevoli opere d’arte, come il Crocifisso di Jan Geernaert (1760), il pulpito settecentesco e l’ottocentesca Addolorata di Paolo Bozzini.
Risalendo la statale, si costeggiano alla propria sinistra i pendii di Monte Santo, il colle più alto del territorio comunale (676 m): sulla sua sommità si erge l’antico castello restaurato, che presenta mura spesse anche quattro metri. A quota 525 m è adagiata la frazione Montesanto.
Prima di arrivare a quest’ultima tappa, una deviazione a sinistra della statale conduceva a Cassano, la cui chiesa di San Lorenzo, ex plebana con la sola tributaria di Montesanto, esisteva già nell’anno 886.
Informazioni Utili
Municipio
Via Vittorio Veneto, 147
Tel. 0523-874411
Fax: 0523-878852
E-mail: urp.pontedellolio@sintranet.it
Sito web: www.comune.pontedellolio.pc.it
I.A.T. di Grazzano Visconti
Corte Vecchia
Tel. e Fax: 0523-870997
Carabinieri
Tel. 0523-875112
Biblioteca Comunale:
Via Acerbi, 64
Tel. 0523-878919
Frazioni e località: Biana, Cassano, Castione, Folignano, Montesanto, Ponte dell'Olio, Riva, Sarmata, Torrano, Zaffignano
Distanza da Piacenza: 23 km
Superficie: 44 kmq
Altitudine: 217 m s.l.m.
Residenti: 4.820
CAP: 29028