comune di rottofreno


La Storia

Rottofreno fu abitata dai Celti e dai Romani.
Il paese sorge lungo la S.S. n 10 Padana Inferiore, che ricalca il percorso dell’antica Via Postumia: i Romani, infatti, nel 148 a.C. misero in comunicazione l’Alto Tirreno e l’Alto Adriatico, affiancando alla Via Emilia, terminata una quarantina d’anni prima, un’altra strada molto battuta.
Da oltre duemila anni, quindi, questa è una zona di grande passaggio, anche perché la Postumia nell’Alto Medioevo divenne una variante della Via Francigena.
Lo stemma comunale di Rottofreno rappresenta la testa di un cavallo con il morso rotto: questa scelta è legata alla leggenda secondo cui, nei paraggi, si ruppe il freno - cioè il morso - del cavallo di Annibale (218 a.C.), fatto che diede il nome al paese.
Più verosimilmente il toponimo deriva dal germanico roth (gloria) e fridu (pace, amicizia), quindi il termine longobardo Rothfrid significherebbe “amico della gloria”.
Il Locum et Castrum Rotofredi è citato per la prima volta in un documento del giugno 996, quando era già un importante centro agricolo dotato di fortilizio.
Nel 1174, la chiesa di San Michele Arcangelo e l'Hospitale di Sant’Elena di Rotofredo furono menzionati in un atto quali possedimenti del Monastero di San Michele della Chiusa, a Susa. Questi edifici, insieme alla cappella di San Nicolò, fungevano nel Medioevo da rifugio per i pellegrini in viaggio verso Roma.
Dal 1412 il castello di Rottofreno appartenne ai Visconti, quindi ai loro feudatari Filippo e Bartolomeo Arcelli.
Divenne poi proprietà della famiglia Maino e della Camera Ducale Farnesiana.
Nel corso del XVI secolo, il fortilizio cominciò ad assumere un importante ruolo strategico nella difesa del Ducato Farnesiano: a quell’epoca si presentava già come una struttura quadrata con torri agli angoli, con una torre di accesso munita di ponte levatoio nella cortina rivolta a sud.
Nel 1544 vi trovò rifugio Filippo Strozzi, di ritorno dall’impresa - fallita - di occupare Milano per conto del re di Francia.
Nella seconda metà del XVI secolo, in seguito alla Riforma Protestante avviata da Lutero, anche a Rottofreno si istituì una corporazione laicale chiamata Confraternita del Santissimo Sacramento, di cui è stata recentemente decretata l’estinzione.
Durante il XVII secolo, Rottofreno incrementò la sua connotazione di piazzaforte.
Nel 1636, infatti, Odoardo Farnese si schierò contro gli Spagnoli a fianco della Francia: il fortilizio era occupato dal castellano Cristoforo Ferrari e dai francesi. Le forze spagnole, comandate dal generale napoletano Gambacorta, assediavano il castello, che alla fine fu consegnato ai nemici; questo fatto costò la decapitazione per tradimento a Ferrari.
Gli Spagnoli fortificarono il castello dotandolo di una cinta muraria a pianta stellare a otto punte, di cui oggi non resta traccia.
Anche nel 1799 la roccaforte subì gravi danni, in occasione della battaglia tra le truppe francesi e quelle austro-russe.

Da vedere

Oltre al castello, attualmente proprietà privata, a Rottofreno si visita la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo, ospedale e rifugio per i pellegrini già dal 1174 insieme a Sant’Elena e alla cappella di San Nicolò.
San Michele è stata ricostruita su disegno degli architetti Manfredi e Berzolla tra il 1937 e il 1954.
Al suo interno si ammirano gli affreschi di Luciano Ricchetti, molto attivo a Piacenza tra gli anni Trenta e Cinquanta, una settecentesca statua lignea di Sant’Elena, la Via Crucis datata 1804 e sculture di Paolo Perotti.
Vi si trova inoltre una lapide del 1746, che commemora il generale imperiale Barenklau, morto sul Tidone contro i Franco-ispani.

Dintorni

San Nicolò è la frazione più popolosa di Rottofreno: il suo numero di residenti supera anche quello del capoluogo di Comune.
Si trova immediatamente di là del ponte sul Trebbia costruito nel 1825. Un abitato esisteva quasi certamente anche in epoca medievale, dal momento che già c’era una piccola cappella dedicata a San Nicola di Bari, utilizzata come ricovero per i pellegrini in viaggio lungo la Via Francigena.
Santimento è una piccola frazione raggiungibile girando a destra da San Nicolò.
Del suo castello e delle vicende storiche ad esso legate si è già detto nella sezione relativa al Comune di Calendasco. Ma un altro edificio degno di nota si trova in questo borgo: si tratta della Chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista.
Fu ricostruita nel 1690 su un preesistente edificio sacro del 1291 ed oggi si presenta con una monumentale facciata barocca alta 36 metri, abbellita da un portale elegante e da una torre. Al suo interno si ammirano un dipinto che ritrae San Giovanni Battista (Francesco Ghittoni, 1885), un crocifisso del XVII secolo, la Via Crucis lignea (Luigi Ferrari, 1844) e il monumentale altare marmoreo, dono del vescovo De Beaumont in epoca napoleonica.
A Rottofreno, girando e destra e superando la ferrovia in località Castello, si ammira una grande corte agricola con edifici rustici posizionati attorno al castello secondo uno schema ricorrente nei secoli XIII e XIV.
Centora si trova sulla sinistra di Rottofreno (direzione Castel San Giovanni). La prima chiesa risale al IX secolo, quando era proprietà dei monaci benedettini di San Sisto. Passò poi agli Olivetani - congregazione benedettina fondata dal Beato Bernardo Tolomei nel 1313 a Monte Oliveto, Siena - del Monastero di San Sepolcro. Di quell’epoca, l’attuale chiesa conserva una cappella decorata da affreschi quattrocenteschi. Molto bello anche l’organo del XIX secolo.

Informazioni Utili

Municipio
Piazza Marconi, 2
Tel. 0523-780311 (centralino automatico)
Fax: 0523-781929
E-mail: comune.rottofreno@sintranet.it
Sito web: www.comune.rottofreno.pc.it

Carabinieri
Tel. 0523-768780

Pro Loco di Rottofreno
Via Roma, 50
Tel. 0523-781173
E-mail: info@rottofreno.org
Sito web: www.rottofreno.org

Pro Loco di San Nicolò
Tel. 0523-781927

Pro Loco di Santimento
Via Castello, 4
Tel. e Fax: 0523-781398

Frazioni: Centora, Rottofreno, San Nicolò, Santimento

Distanza da Piacenza: 12 km

Superficie: 34,53 kmq
Altitudine: m 65 s.l.m.
Residenti: 9.600

CAP: 29010