comune di San Giorgio Piacentino


La Storia

Dai reperti archeologici emersi, ma anche dai toponimi delle località intorno a San Giorgio, si può affermare che queste terre furono aree centuriate della colonizzazione romana, vichi posti lungo la strada che collegava Veleia alla Via Emilia. La Tavola Alimentaria Traianea (inizi del II secolo d.C.) cita le proprietà fondiarie di Cornelianus, Caturcianus e Tullare; inoltre, a Montanaro, sono emerse iscrizioni romane.
In una carta del 796, San Giorgio è citato insieme a Casturzano con il nome d’origine longobarda Vico Sahiloni: il villaggio si sviluppò con ogni probabilità sotto il governo di re Liutprando (712-744).
Dopo una sessantina d’anni, il borgo prese ad essere chiamato Sancto Georgio.
Le cronache dell’anno 886 registrano che i canonici della cattedrale di Santa Giustina divennero a quel tempo usufruttuari delle rendite della Pieve di San Giorgio; nel 948, l’imperatore Lotario accordò loro la facoltà di fortificare il borgo e la pieve per difendersi dalle razzie delle soldataglie ungare: ecco l’origine del castello di San Giorgio.
Nel 1088 i nobili attaccarono la fortezza di Ronco poiché vi si erano rifugiati i popolari, mentre, nel 1090, i nobili in fuga dalla città si asserragliarono nella fortezza di San Giorgio, ma i popolari incendiarono il complesso castrense per stanarli.
Un’altra battaglia ebbe luogo nel 1216: in quel caso Parma, Pavia e Cremona vinsero su Piacenza e Milano alleate: i castelli di Pontenure, Caorso, Montanaro, Zena e Paderna furono rasi al suolo.
Nel 1242 e nel 1244 le truppe ghibelline di Cremona e Bergamo, capitanate dal marchese Lanza, distrussero il castello del borgo, ma anche Centovera, Godi, Corneliano e San Damiano.
Nel 1221 il Comune di Piacenza concesse ai Consoli del Comune di San Giorgio di scavare un canale d’irrigazione: si tratta del “Rivo San Giorgio”, che arriva fino a Ponte dell’Olio e che, secondo Lorenzo Molossi, nel XIX secolo metteva in funzione ben 16 mulini nel solo Comune di San Giorgio (Dizionario Topografico del Ducato di Parma-Piacenza e Guastalla, 1833).
L’inizio del Trecento fu funestato dalle lotte tra i partigiani del guelfo Alberto Scoto e i ghibellini seguaci dei Visconti: nella seconda metà del secolo Galeazzo mise a ferro e a fuoco tutto il territorio.
Nel frattempo gli Anguissola compravano sempre più terre in Val Nure: San Damiano, divenne feudo di Bartolomeo nel 1436; mezzo secolo dopo, gli Sforza vendettero alla nobile famiglia altri territori attorno a San Damiano, che divenne la vera roccaforte da cui gli Anguissola controllavano anche Centovera, Godi e San Giorgio.
Nel 1596, Ranuccio I Farnese, Duca di Piacenza, nominò il suo consigliere e condottiero Alessandro Anguissola Conte di San Giorgio; questi prese a vivere nella Rocca di San Giorgio, da lui commissionata nel 1604, mentre gli Anguissola di San Damiano occupavano il vecchio castello del paese, che, nel 1610, divenne in parte proprietà degli Scotti, avendo un membro di questa famiglia sposato Beatrice Anguissola.
Nel 1635 e nel 1637 il marchese Fabio Scotti acquistò l’intero castello dalla Camera Ducale Farnesiana, diventandone il nuovo conte.
Un episodio particolarmente cruento occorse il 20 giugno 1799, quando le truppe austro-russe di Suvarov tentarono di conquistare la Pianura Padana occupata dalle truppe napoleoniche, che, a San Giorgio, si asserragliarono nel vecchio maniero fino a sera: a tarda ora i francesi capitolarono, poiché i nemici aprirono una breccia (ancora visibile) sul lato sud-ovest.
Nel 1806, sotto il governo napoleonico, San Giorgio divenne comune autonomo.
Il primo Podestà di San Giorgio fu il Conte Paolo Scotti della Scala: a lui si deve la costruzione del ponte di legno sul Nure, nel 1820/21.
In quegli anni il Ducato era governato da Maria Luigia d’Austria, che nel 1816 fu ospite dei Conti Scotti e dei Conti Rocca di Corneliano.
La duchessa incluse Tollara nel territorio comunale e, sotto la sua reggenza, fu istituita anche la sagra di San Pellegrino.
Ecco alcune date che, in tempi più recenti, hanno segnato tappe importanti per la vita comunale: nel 1871 la sede del Municipio fu spostata nel castello; nel 1889 il ponte di legno fu sostituito da quello di cemento armato; nel 1897 s’inaugurò la tramvia Piacenza-Carpaneto; lo stemma comunale fu concesso con Regio Decreto nel 1929.
Ricordiamo, infine, che nel 1937 fu costruito l’aeroporto militare di San Damiano, e la Rocca divenne sede del comando tedesco.

Da vedere

La chiesa di San Giorgio fu edificata tra il 1670 e il 1675 sulla pieve romanica, di cui è stata preservata la torre campanaria. L’edificio, su pianta a croce latina, ha tre navate e una cupola; il nuovo, svettante campanile fu aggiunto nel 1916. All’interno la chiesa custodisce un ottocentesco organo “Serassi”, il coro ligneo scolpito nel 1765 da Michele Colombini e la copia del San Giorgio di Bernardino Gatti (1495 ca. – 1574), dipinto nel 1543 per Santa Maria di Campagna e riprodotto da Emilio Perinetti nel tardo XIX secolo; San Giorgio è rappresentato anche nel bassorilievo del settecentesco altare maggiore in marmi policromi. Un armadio barocco finemente intagliato è ancora conservato in sacrestia, ma molti degli arredi e delle suppellettili preziose della chiesa furono trafugate dalle truppe francesi ed austro-russe.
Il Castello, documentato già nei secoli X e XI, è strutturato su pianta quadrata; sul fronte principale presenta la sua unica, alta torre, privata del ponte levatoio dopo il prosciugamento del fossato. Accanto alla torre si apre l’ingresso al cortile del castello, da dove si vedono il balcone di legno che sovrasta l’entrata e una pietra che reca scolpito lo stemma comunale. Il complesso è stato molto rimaneggiato, specialmente alla fine del Settecento, quando gli Scotti trasformarono in residenza signorile il lato ovest, commissionando anche il bellissimo giardino all’italiana (visitabile su prenotazione allo 02.5512037).
Nel 1978 il complesso castrense divenne proprietà comunale: oltre al Municipio, ospita la biblioteca, mentre alcune sale e il cortile interno sono utilizzati per l’organizzazione di eventi culturali e folcloristici.
Vicino alla parrocchiale si trova Villa Gazzola, nota come “La Rocca”.
Si tratta di un singolare edificio a pianta quadrata, che unisce i caratteri del fortilizio a quelli della dimora signorile.
Nel 1604 il conte Alessandro Anguissola commissionò la costruzione del nuovo palazzo su una struttura già appartenente alla sua famiglia.
Il palazzo, in pietra e mattone, era dotato di fossato; sul fronte nord-ovest si apre l’ingresso con stemma, cui si accede tramite un ponticello balaustrato che poggia su due archi. Sotto la linea del tetto, ai quattro angoli, sporgono delle guardiole cilindriche, mentre sopra il tetto si ergono quattro grandi abbaini e una cupola sormontata da lanterna ottagonale.
Nel terzo decennio dell’Ottocento, gli Scotti commissionarono ad Antonio Tomba la ristrutturazione interna e a Giuseppe Badiaschi gli affreschi.
Il bellissimo parco fu realizzato nel 1840 su disegno dell'architetto milanese Ambrogio Rossi e, pare, su suggerimento della duchessa Maria Luigia, che era stata ospite in villa.
Il Monumento ai Caduti nella piazza principale di San Giorgio è un’opera in bronzo di Rancati (1924).
Ricordiamo ancora il palazzo settecentesco di Via Trieste, forse prima sede del Municipio.

Dintorni

Una strada a sinistra dell’abitato, andando verso Carpaneto, porta a Montanaro sulle rive del Riglio, dove si visita il castello che si trova sul territorio di San Giorgio, anche se la chiesa della frazione è compresa nel Comune di Carpaneto Piacentino.
Il complesso castrense, oggi di proprietà regionale, è unito a Pontenure da un rettilineo di 5 km, l’antico stradone Marazzani.
La fortezza nel 1385 era proprietà dei Cossadoca, ai quali subentrarono i Rizzolo nel XV secolo e i Dal Pozzo nel 1562 (Barnaba Dal Pozzo fu colui che, nel 1547, diede sepoltura a Pier Luigi Farnese, assassinato dai congiurati).
In seguito i Dal Pozzo lo alienarono ai Portapuglia; nel 1648 Alberico Portapuglia vendette la fortezza al conte Gian Francesco Marazzani, investito del feudo nel 1653: dopo 40 anni circa il duca Ranuccio II Farnese accordò ai Marazzani il permesso di ristrutturare il complesso che, tra il XVIII e il XIX secolo, si trasformò in residenza estiva: notevole la corte settecentesca circondata da portico. Nel 1799 il castello fu occupato dalle truppe austro-russe di Suvarov.
Poco a sud del capoluogo, in direzione Casturzano, si trova la località “Il Bassetto”, dove si trova un complesso di edifici nobili appartenuti agli Anguissola, tra i quali spicca il cinque-seicentesco oratorio di Sant’Anna.
Sulla provinciale per Centovera, in località Case Basse, si ammira una casa-torre commissionata dagli Anguissola.
Indicheremo ora un percorso ad anello che, costeggiando la riva destra del Nure, riporterà a San Giorgio lungo la riva sinistra del Riglio.
Poco a nord di Centovera si trova una casa patrizia del XVIII secolo, detta il “Gioiello” e ora parte di un’azienda agricola.
Centovera è a 4 km da San Giorgio, verso sud. Il suo nome sembrerebbe derivare dalla parola latina cinctueria, che significa “luogo fortificato”.
La barocca chiesa di San Giovanni Battista fu edificata e consacrata nel 1682 sui resti di quella primitiva, di cui è stata preservata la torre campanaria; l’interno - a navata unica con quattro cappelle laterali - conserva un San Sebastiano attribuito al Duchino (P. C. Landriani, 1560 – 1618), mentre l’altare in marmi policromi è settecentesco, come il coro ligneo (1701) e la statua della Madonna del Rosario (1762).
Poco distante dall’abitato, in direzione Case Nuove, si visita il “Torrazzo”, il massiccio torrione edificato dagli Anguissola di San Damiano, parte di un complesso castrense oggi non più esistente; un’altra torre commissionata dalla nobile famiglia, ma trasformata in abitazione, si trova lungo la strada per San Damiano, dove c’è anche un edificio cinquecentesco.
Una strada ad ovest di Centovera porta a San Damiano in un paio di chilometri.
Noto ai piacentini per la presenza di un aeroporto militare, San Damiano è citato in un documento del 1184. Il suo castello risale probabilmente al XII secolo e fu eretto in sassi e mattoni su pianta quadrata. Oggi è rimasto solo il lato nord, con le due torri angolari cilindriche e lo sporgente torrione centrale coronato da merli ghibellini murati; alla base di questa torre quadrata, che mostra i segni del ponte levatoio, c’è l’accesso al cortile.
La chiesa della frazione, consacrata a San Damiano, risale ai secoli XVII-XVIII ed è a navata unica: nella zona presbiterale e sulle pareti sono conservati pregevoli dipinti settecenteschi.
Poco distante c’è la località Iussano, che, come testimoniato dai ritrovamenti, risale all’epoca romana.
Continuiamo a dirigerci verso sud per arrivare a Rizzolo. La chiesa, il castello e il monastero con torre furono edificati dai Da Rizzolo, feudatari del luogo già nel XIII secolo; il feudo passò nel 1472 ai Salvatico-Rizzolo, ai quali rimase fino al 1866. Nel 1391 Gian Galeazzo Visconti ordinò ai Rizzolo di incrementare le fortificazioni e, tuttora, l’esterno del castello ha l’aspetto di una fortezza in sasso, mentre l’interno fu trasformato in dimora residenziale nel Settecento. La chiesa di San Pietro, ricostruita nel 1779 dalla nobile famiglia, conserva al suo interno stucchi di buona fattura e una Sacra Famiglia di Francesco Ghittoni, nato a Rizzolo nel 1855. L’ex convento è stato riconvertito in struttura agricola.
La strada che piega a sud-est ci porta a Tollara, citata nella Tabula Alimentaria.
Nel Trecento i Da Rizzolo furono padroni di queste terre, passate nel 1595 ai Pusterla.
Il castello è oggi adibito a corte agricola, ma la torre in pietra era un tempo circondata da fossato e dotata di ponte levatoio. La chiesa a croce greca, dedicata a Santa Maria Assunta, fu eretta sulle rovine dell’edificio cinquecentesco nel 1844/45 per decreto di Maria Luigia d’Austria, che commissionò a Paolo Bozzini l’Assunta che si ammira al suo interno. Parte del primitivo edificio è sopravvissuta nei locali della sagrestia.
Spostandosi ancora verso sud-est ci si avvicina al torrente Riglio e si arriva a Ronco, località dotata di un massiccio castello del secolo XI, la cui pianta quadrangolare presenta due torri quadrate di grandezza diversa che guardano entrambe alla riva sinistra del Riglio. Sul lato ovest si trova l’ingresso al cortile, con bel loggiato ad archi a tutto sesto sorretti da colonne di granito. La barocca chiesa di Ronco è dedicata a Sant’Antonino: in origine era una cappella del castello, elevata a parrocchia nel 1369, riedificata nel Settecento e rimaneggiata nell’Ottocento; vi furono sepolte diversi membri di famiglie nobili al governo del feudo, come gli Zanardi Landi, gli Asinelli-Boccabarili e gli Scotti.
Seguiamo il corso del torrente per visitare Corneliano, possesso del Monastero di San Savino nel 1072. Nel 1373 il maniero tenuto dal guelfo Marcello Braciforte fu incendiato dai ghibellini e il suo signore si rifugiò a Viustino.
Del castello non resta più traccia, ma la frazione ospita la splendida villa rococò e neoclassica commissionata nel tardo Settecento dai Rocca, conti di Corneliano dal 1686. Nel maggio 1816 Maria Luigia fu ospite della ricca villa.
La chiesa di San Michele fu ricostruita nel 1753 per volere dei conti Rocca, che vollero sostituirla alle rovine dell’edificio duecentesco.
Continuiamo verso nord lungo la sponda sinistra del Riglio per giungere a Viustino, citato già nel 979 e teatro di scontro, nel 1314, tra i guelfi guidati da Leonardo Arcelli e Giacomo Salimbene e le truppe di Galeazzo Visconti, che avevano razziato Corneliano. Nel 1373 Marsilio Anguissola fece prigioniero il guelfo Braciforte rifugiatosi nel torrione del castello, tuttora possente sulla riva del Riglio e centrale rispetto agli altri corpi di fabbrica rimaneggiati più volte. Anche nel 1515 il maniero fu preso d'assalto, questa volta da Pier Maria Scotti, detto Il Buso.
La chiesa di San Bartolomeo fu eretta nel 1599 sulle fondamenta della precedente, mentre il campanile risale al 1753. Al suo interno si conservano le sette tele recentemente restaurate (2,5x1,5 m) del pittore e sacerdote piacentino Luigi Mussi (1694-1771), che nel 1736 rappresentò la vita ed il martirio di San Bartolomeo.
Due chilometri ad ovest di Viustino c’è Godi, il cui castello ha origini antiche, benché sia stato trasformato in dimora signorile alla fine dell’Ottocento.
La chiesa di San Lorenzo risale al X o XI secolo e forse fu una pieve. La prima ristrutturazione è seicentesca, ma altre ne seguirono, come quella della metà dell’Ottocento, che aggiunse due navate; il campanile è del 1792.
Sulla strada per Centovera c’è il settecentesco Palazzo Belvedere.

Informazioni Utili

Municipio
Piazza Torrione, 4
Tel. 0523-370711
Fax: 0523-379638
E-mail: comune.sangiorgio@sintranet.it
Sito web: www.comune.sangiorgiopiacentino.pc.it

Carabinieri
Tel. 0523-371119

Biblioteca
Via Castello, 6
Orari di Apertura: martedì e giovedì 14.30 – 19.00
venerdì e sabato 8.30 – 13.00
Tel. 0523-370116

I.A.T. di Grazzano Visconti
Tel. 0523-870997

Frazioni: Centovera, Godi, Rizzolo, Ronco, San Damiano, San Giorgio Piacentino, Tollara, Viustino

Distanza da Piacenza: 12 km

Superficie: 49,7 kmq
Altitudine: 103 m
Residenti: 5.300 circa

C.A.P.: 29019