comune di Villanova sull'arda


La Storia

Intorno al X secolo i territori di Villanova sull’Arda erano sottoposti alla giurisdizione della Diocesi di Cremona, come quelli di Monticelli d’Ongina e Castelvetro Piacentino: il Vescovo cremonese delegò i nobili Dovara al governo del feudo.
In quegli stessi anni si stabilirono le basi del futuro Stato dei Pallavicino: il loro capostipite, Adalberto, scese in Italia nel 960 circa, quando era capitano delle milizie imperiali di Ottone I, calato in Italia per deporre re Berengario II.
Poiché servì anche Ottone II e Ottone III (morto nel 1002), fu da quest’ultimo investito delle terre da lui stesso scelte: una zona compresa tra Piacenza, Cremona e Parma, che includeva quindi Villanova.
Queste regioni coincidevano con lo Stato Aucense e, dopo essere state assegnate a Adalberto, presero ad esser chiamate “Terre Obertenghe”.
Il primo documento che cita il nostro Comune risale al 1264, quando fu descritta una contesa tra il castellaro e un certo Lanfranchaus de Vilanova.
Un atto di un secolo dopo ci informa che il marchese Nicolò Pallavicino fu investito di Soarza nel 1369: Nicolò si era attirato le simpatie di Gian Galeazzo Visconti qualche anno prima, quando aveva fatto assassinare il castellano che occupava la fortezza di Bargone per conto di Bernabò Visconti, l’odiato zio che Gian Galeazzo fece imprigionare.
Nel 1395 l’imperatore Venceslao concesse il titolo di duca a Gian Galeazzo e riconfermò le investiture a Nicolò.
Il feudo dei Pallavicino, che ottenne molte investiture imperiali (come quelle di Corrado II, Enrico IV, Federico Barbarossa, Federico II, Carlo IV, Venceslao e Sigismondo), giunse ad una svolta nel 1478, quando Giovanni Genesio e Giovanni Lodovico ricorsero a Ludovico Sforza affinché dividesse il territorio tra i due.
Il 4 settembre 1479 Giovanni Lodovico si trasferì a Cortemaggiore, mentre il fratello restò nella corte di Busseto.
Questo evento fece decadere la Marca Pallavicina da feudo imperiale a feudo ducale, ma ciò che interessa in questa sede, è che Villanova fu assegnata al feudo di Cortemaggiore.
Nella seconda metà del XVI, per pochi anni, lo Stato Pallavicino fu riunificato dopo la morte del marchese di Busseto, e la capitale fu fissata a Cortemaggiore, sede del condottiero Sforza Pallavicino.
Alla fine del secolo lo Stato fu inglobato da Ranuccio II nei confini del Ducato Farnesiano.
La Camera Ducale assegnò allora Villanova d’Arda ai Casoni, nobili della città di Sarzana.
Le notizie circa Villanova si fanno più approfondite all’inizio del XIX secolo.
E. M. Moreau de Saint Méry – l’amministratore di Napoleone inviato a Parma nell’ottobre 1802 per comunicare alla vedova di Don Ferdinando di Borbone che lo Stato Farnesiano passava sotto la Repubblica Francese – condusse un’inchiesta approfondita sul territorio.
Per quanto attiene a Villanova, vi si documentò una florida comunità agricola, grazie ad un fertile terreno e ad alcune colture redditizie.
Ancora tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, Villanova era celebre per la produzione di ciliege e marasche, che rifornivano il mercato piacentino, cremonese e parmense.
Oggi tale produzione, benché diminuita, è strettamente legata al nome del Comune, che la celebra con una sagra nel mese di giugno.
Lo stemma comunale del 1814 raffigura proprio un ciliegio in fiore, tagliato orizzontalmente sotto la chioma dalla fascia azzurra che rappresenta il torrente Arda.
Ma la storia di Villanova, dalla metà del XIX secolo, è legata ad un grande musicista: Giuseppe Verdi (Ròncole di Busseto, 1813 – Milano, 1901).
Villanova fa parte del circuito dei luoghi verdiani insieme a Busseto e a Roncole Verdi.
Nel 1848, infatti, il Maestro acquistò alcuni poderi nel comprensorio comunale, cui era intimamente legato perché era la terra d’origine della sua famiglia.
Qui si occupò non solo di comporre musica, ma fu anche un capace amministratore terriero e allevatore di bestiame, sempre attento alle condizioni di vita dei fittavoli e ai problemi connessi all’incremento della produzione.
Verdi fu consigliere comunale a Villanova, consigliere provinciale a Piacenza, Deputato del Mandamento di Fidenza e Senatore del Regno d’Italia.
Grazie al suo impegno politico e sociale, Villanova fu dotata di un ospedale e furono elargite borse di studio ai poveri.
Anche la strada provinciale Cremona-Fidenza è stata costruita dopo il suo interessamento.
Tra i vari poderi di Giuseppe Verdi, c’era anche quello sito in frazione Sant’Agata, sulla riva sinistra dell’Ongina: questo fu scelto dal Maestro per edificare la villa che tanto amò e in cui visse con la celebre cantante lirica Giuseppina Strepponi, sua seconda moglie.
Oggi Villa Sant’Agata è abitata dagli eredi del Maestro, i Carrara-Verdi.

Da vedere

Nel centro del capoluogo si visita la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita in ferro, mattoni e cemento armato tra il 1963 e il 1965: si tratta di un tempio moderno ad aula unica. Al suo interno si ammirano una tela cinquecentesca che rappresenta la Sacra Famiglia e una Madonna col Bambino attribuita a Melozzo da Forlì (1438 – 1494, seguace di Piero della Francesca), mentre la vetrata policroma è di Roberto Aloi (1965).
Sulla strada per Busseto, in fondo all’abitato, c’è l’ospedale “Giuseppe Verdi”, inaugurato nel 1888 e progettato dal Maestro stesso, che pagò le spese e donò all’istituto un’area di 2.800 pertiche.
Oggi la struttura è un rinomato e moderno centro di recupero e rieducazione funzionale.
Via XX Aprile unisce il capoluogo a Soarza, frazione a nord di Villanova.
Qui si visita (solo esternamente) la Corte Colombarone, una grande azienda di tipo lombardo edificata tra il 1892 e il 1897. La struttura neogotica presenta la corte aperta su un lato; il complesso è costituito dalla villa padronale con torre merlata, dalle case dei salariati e da edifici rustici. La cascina faceva parte del lascito della contessa Luisa Picasso Ratti, benefattrice di Soarza alla quale è intitolato l’asilo, proprietà della parrocchia di San Giovanni Battista.
Nella frazione si vede anche la seicentesca Villa Costa, che prese il nome dai proprietari genovesi che l’abitarono nei secoli XVIII e XIX.
Quattro chilometri a nord-ovest del capoluogo c’è Cignano, dove si visita la tardo-gotica Parrocchiale, impreziosita dagli affreschi quattrocenteschi attribuiti alla Scuola del Bembo e da una Madonna col Bambino, datata 1520.
Da Villanova, in direzione Busseto, si costeggia un tratto della riva sinistra del torrente Ongina, e si raggiunge Sant’Agata.
Nella frazione si visita Villa Sant’Agata, fatta costruire dal Maestro Giuseppe Verdi tra il 1847 e il 1848 e oggi abitata dai discendenti.
Verdi partecipò in prima persona alla progettazione della romantica villa, facendone i disegni e scegliendone i materiali, così come si curò dell’allestimento del vasto parco, arricchito da un laghetto, da una grotta di tufo e da alberi ad alto fusto.
Nell’appartamento privato si sono mantenuti l’arredo originale e la disposizione dei mobili.
La camera da letto di Verdi conserva il suo scrittoio, il pianoforte ed il bellissimo busto in terracotta, realizzato dallo scultore Vincenzo Gemito nel 1872, a Napoli.
La camera di Giuseppina Strepponi ha mobili intarsiati, letto a baldacchino e quadri della Scuola del Correggio; l’altra stanza della signora conserva i suoi abiti, ma anche un piano Fritz a sei pedali.
Nello studio si trovano ancora i primi scritti, i testi musicali e i doni che il compositore ricevette, le fotografie e gli oggetti acquistati durante i tanti soggiorni europei.
Non manca, in un salotto, il biliardo dei momenti di svago del Maestro.
Sono stati collocati nella villa anche gli arredi della stanza dell’Hotel de Milan, in cui Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio 1901,
(Visite a Villa Sant’Agata: da aprile ad ottobre: 9,00-11,40; 15,00-18,40.
Febbraio e marzo: 9,30-12,30; 14,30-17,00.
Chiuso lunedì.
Villa Verdi, frazione Sant’Agata - tel. 0523.830000 fax 0523.830700
info@villaverdi.org www.villaverdi.org).
Prendendo la provinciale per Busseto e seguendo la riva sinistra del torrente Ongina, si arriva al Lago di Isola Giarola, originato da una cava dismessa, che è situato nell’area golenale del Po ed, insieme al Lancone, forma un ambiente naturale caratterizzato da una notevole ricchezza di specie vegetali e animali. Tra le essenze più significative vi è la castagna d’acqua che, durante l’estate, copre la superficie dell’acqua e fa da sostegno ad una grande varietà di trampolieri, in particolare aironi rossi e cinerini, sgarze a ciuffetto e nitticore. Tra i pesci sono segnalati persici, pesci gatti, lucci e, nel lago, sono stati reintrodotti gli storioni.
Nel Lancone e nel Lago di Isola Giarola, vengono proposte visite guidate per scolaresche e per appassionati, che portano alla scoperta del territorio attraverso il birdwatching e la scoperta delle specie botaniche. Percorsi a piedi, in bicicletta o in canoa evidenziano e valorizzano le peculiarità naturalistiche della golena.
Altra risorsa naturalistica presente nel comune è l’Olmo campestre che si erge proprio nel centro del paese. Fa parte di uno dei 600 giganti protetti dalla Legge Regionale con provv. n° 677 del 1989. L’albero, alto oltre 30 metri, ha una circonferenza di circa 6 metri.

Informazioni Utili

Municipio
Piazza Marocchi, 1
Tel. 0523-837927
Fax: 0523-837757
E-mail: comune.villanova@sintranet.it
Sito web: www.comune.villanova.pc.it

Carabinieri
Tel. 0523-837130

Pro Loco di Villanova
Via Ursus, 6
Tel. 0523-837348

Pro Loco Amici di Soarza
Via Picasso, 4
Tel. 0523-837905

Villa Verdi
frazione Sant’Agata - Via Verdi, 22
Tel. 0523-830000
Fax: 0523-830700
E-mail: info@villaverdi.org
Sito web: www.villaverdi.org

“I Giardini del Po”
Consorzio per la valorizzazione della ciliegia di Villanova
Piazza G. Marocchi, 1
Tel. 0523-837190

Ufficio informazioni turistiche
Via Repubblica, 21
Tel. 0523-837927 - 0523-837757

Frazioni: Cignano, Sant'Agata, Soarza, Villanova

Distanza da Piacenza: 30 km

Superficie: 36,4 kmq
Altitudine: 42 m
Residenti: 1.980 circa

CAP: 29010