eremo di s. michele

L'Eremo di San Michele o Spelonca di San Michele è un luogo eremitico situato sotto una spelonca denominata anche come grotta di san Colombano, in una zona solitaria della Curiasca di S.Michele nel comune di Coli, poco distante da Bobbio, in provincia di Piacenza.

Venne fondato ed eretto da San Colombano nella quaresima del 615 e secondo una leggenda devozionale locale fu quello il luogo della sua morte avvenuta il 23 novembre del medesimo anno. Nel X secolo la piccola chiesetta venne ampliata sotto la grotta, mentre venne retta una seconda costruzione poco distante più ampia sempre dedicata a San Michele come luogo di culto per gli abitanti delle zona.

Nel 1800 le due chiese rovinarono e ad oggi ne rimangono i resti recuperati come la strada percorribile nell'ultimo tratto a piedi. L'antica croce in pietra scolpita Crux Michaelica venne trasferita nella chiesa parrochiale di Coli.

Nei pressi vi passa l'antica via di pellegrinaggio longobarda antesignana della Via Francigena denominata Via degli Abati, di proprietà dell'Abate bobbiese, che dall'Oltrepò pavese scendeva a Bobbio e risaliva verso Coli fino a Pontremoli e Lucca.

 

Storia e Descrizione

Il santo monaco missionario irlandese San Colombano, dopo aver percorso buona parte della sua opera missionaria ed evangelizzatrice in Europa convertendo popoli barbari pagani ed ariani, raggiunse l'Italia e nel 614 fondò a Bobbio la futura e celebre Abbazia di San Colombano, dopo aver ottenuto dal re longobardo Agilulfo e dalla regina Teodolinda il Feudo monastico di Bobbio, grazie alla tenace opera di pacificazione del popolo longobardo con il Papa.

Il monachesimo irlandese, derivante dall'opera di San Patrizio d'Irlanda, aveva connotazioni di monachesimo eremitico ed ascetico. Ogni monaco nel periodo della quaresima doveva ritirarsi come eremita in un luogo isolato immerso nella natura e lì, come asceta vivendo in grotte, spelonche od anfratti, doveva contemplare la semplice vita naturale trascorrendo i 40 giorni che lo separavano dalla Pasqua in digiuno mistico. Il monaco viveva quindi solitario fra boschi, sorgenti ed animali separandosi mentalmente e spiritualmente dalle cose degli uomini per entrare in una dimensione naturale della vita.

San Colombano quindi nella quaresima del 615, come in altre occasioni della sua lunga vita, lascia il monastero di Bobbio e si ritira in un luogo solitario nella costa del torrente Curiasca nei pressi di Coli in una grotta dove con le sue robuste mani costruirà un tempietto dedicato a San Michele e vivrà la quaresima mistica isolato dal mondo.

In ricordo di San Colombano sorse dapprima, sotto la grotta, una chiesetta attorno al tempietto sempre dedita al culto di San Michele, attorno al X secolo si ha la testimonianza di due chiese. Infatti poco distante sorse una seconda chiesa dedicata a San Michele, la quale serviva come luogo di culto per gli abitanti della zona e collegata tramite una stradina alla grotta ed all'antico eremo.

Resti della parete laterale della chiesa di san Colombano vicino l'eremo di san Michele

L'eremo con la chiesetta e la chiesa di San Michele erano ancora intatti verso il principio del XVII secolo e raggiungibili in processione ed il Vescovo di Bobbio Aulari segnalò che gli edifici erano in condizioni precarie e che visto il luogo isolato era molto difficile e costoso il pronto recupero. Purtroppo la zona non era più di pertinenza della Diocesi di Bobbio, visto il passaggio di Coli nel Ducato di Parma e Piacenza e direttamente sotto la Diocesi di Piacenza.

Nella prima metà del 1800 entrambi gli edifici rovinarono completamente ed il Vescovo di Bobbio Antonio Maria Gianelli giunto lì in processione poté solo constatare l'ormai rovina osservando solo i muri perimetrali di ogniuna.

Successivamente una grande frana travolse totalmente la chiesa di San Michele.

Ad oggi sono visitabili e visibili la parete muraria della chiesa di San Michele, mentre l'antica croce micaelica (Crux Michaelica) in pietra scolpita con iscrizioni venne trasferita nella chiesa parrocchiale di Coli, la grotta ed i resti dell'eremo di San Michele, di cui sono ancora visibili parti di muri e volte.

Recentemente, anche per opera diretta dell'attuale parroco di Coli don. Gian Matteo Valla, si è provveduto nel restauro di buona parte della zona ed alla sistemazione della strada di collegamento opportunamente segnalata grazie al Cai. Il lavoro non è ultimato, ma l'opera rende nuovamente possibile il pellegrinaggio nel luogo santo ai devoti. Un'importante opera di recupero la si è avuta con l'attiva collaborazione delle associazioni degli Amici di San Colombano di Bobbio e di San Colombano al Lambro.

Dal 2003 è ridiventato un luogo di culto con la riconsacrazione ufficiale. Vi si tengono processioni e messe in varie occasioni.


Come raggiungere l'Eremo

Non è facile raggungere facilmente la localita isolata e sperduta della Curiasca di San Michele dove sono situati i resti dell'Eremo di San Michele, anche se ultimamente con il recupero della strada essa è identificabile grazie ai cartelli ed alle guidovie escursionistiche del Cai.

L'eremo è situato esattamente a metà costa della sponda sinistra del torrente Curiasca di S.Michele (nome preso grazie alla chiesa colombaniana), è raggiungibile da Coli parzialmente con un fuoristrada, ma agevolmente a piedi; anche dalla frazione bobbiese di Telecchio e di Le Costiere si può raggiungere la località.

Dalla piazza di Coli si segue il sentiero sterrato Cai n. 8216 che scende al torrente Curiasca ed all'antico ponte in pietra poi si sale per il sentiero verso la frazione Le Costiere, successivamente si devia a sinistra dopo la targa segnavia in pietra e si segue il sentierino fra i boschi che scende all'eremo; dopo l'eremo se si sale ancora costeggiando la parete di roccia si arriva ai resti della chiesa di san Colombano.