museo della citta' di bobbio
Il progetto di un Museo della città a Bobbio, data a partire dai primi anni Ottanta e trae la sua necessità dalle peculiarità culturali, il ricco tessuto urbano e le numerose testimonianze storico-artistiche, nonché dalla necessità di riqualificare ampi comparti dell’antica Abbazia. Il restauro del Refettorio, destinato ad ospitare la prima sezione del Museo della città è stato realizzato nel 1998 grazie alla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici dell’Emilia Romagna.
Nuove sezioni del Museo della città sono state successivamente allestite negli ambienti adiacenti il refettorio: la sala cosiddetta ex-lavamani, e i sotterranei corrispondenti a quest’ultimo ambiente e al Refettorio. Il completamento del Museo della città, inaugurato nella sua interezza nel novembre del 1999, è stato realizzato grazie ai finanziamenti per il Giubileo extra-Lazio.
I soggetti che hanno collaborato in maniera fondamentale già dal 1994, oltre al Comune di Bobbio sono: la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Piacenza, la Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali dell’Emilia Romagna.
Il recupero degli spazi sotterranei, il restauro e la sistemazione delle aree interne (chiostri e cortili) consente di ripristinare l’unità del contenitore e dei percorsi interni. Il complesso Abbaziale risulta così percorribile nella sua interezza, senza fratture, dalla chiesa al quattrocentesco chiostro interno, al salone del Refettorio, le antiche cucine e ai sotterranei, databili al IX secolo, fino ai locali che si affacciano sul loggiato cinquecentesco di Piazza S. Fara e che ospitano il Museo dell’Abbazia di San Colombano.
Il Museo della città si propone come essenzialmente didattico, con pochi originali e un ricco allestimento espositivo.
Nel Museo della città si comunicano piuttosto idee, concetti, suggestioni, dove si ricostruisce il contesto storico e culturale del sito, con postazioni audiovisive multimediali consultabili lungo il percorso. Uno dei programmi interattivi è una sorta di lezione di paleografia con la riproduzione di pagine di Codici redatti a Bobbio.
Il visitatore vi apprende modalità, tecniche di scrittura e decorazione nei vari periodi storici nonchè l’organizzazione produttiva dello scriptorium. Un altro programma consente invece di avventurarsi in una visita virtuale in soggettiva del complesso Abbaziale, con opzioni suggestive quali la veduta aerea panoramica, la visita della Basilica a diversi livelli di altezza, con angolazioni visive altrimenti impossibili.
Sopra il portale d’ingresso, un affresco settecentesco raffigurante Papa Gregorio accoglie il visitatore. Sulla destra entrando vi sono decorazioni in cotto del XII secolo e sulla parete di fondo è affrescata la Crocifissione della seconda metà del XV secolo in cui sono riconoscibili sulla destra San Colombano, qui vestito del saio nero dei Benedettini e, sulla sinistra, San Benedetto con il libro della Regola. Notevole il pavimento originale recuperato quasi intatto, in quanto nascosto da una copertura successiva, durante gli ultimi lavori di ristrutturazione.
Le diverse sezioni affrontano le tematiche legate alla vita e opere di San Colombano, dal preludio irlandese al suo arrivo a Bobbio, la situazione geo-politica dell’Italia longobarda e l’attività dello Scriptorium. Oltrepassata la piccola porta di comunicazione si accede al locale delle antiche cucine, che possiede ancora il fascino della primitiva costruzione e dove si possono ancora vedere tracce di affreschi del XVI secolo.
Per raggiungere le cantine si esce in un piccolo cortile aperto, posto tra il corpo del refettorio e quello che ospita il Museo dell’Abbazia, per poi scendere due rampe di scale. Si entra così in un ambiente vasto quanto le due sale sovrastanti, con soffitto a volta e pavimento in pietra originali.
Anche qui l’allestimento è costituito da espositori leggeri e trasparenti in cui sono ordinati testi e illustrazioni. La visita termina salendo lungo un’ampia scala che si affaccia nel grande cortile adiacente il chiostro principale.