rovine della rocca di caverzago

 

Nella zona, d’origine romana, probabilmente sorgeva il tempio della dea Minerva. Il castello, arroccato su un dirupo strapiombo sul fiume Trebbia, fu documentato nel 1100; nel XIII secolo appartenne al comune di Piacenza, fu occupato dai Malaspina, dal XIV al XIX secolo di proprietà degli Anguissola.

Accanto ai ruderi del castello la chiesa medioevale di S. Stefano, d’aspetto seicentesco con modifiche del XX secolo. Caverzago è un insediamento di origini antichissime. Il toponimo è di probabili origini galliche, e già in epoca romana risulta noto come Cabardiacum. Citata nella Tabula Alimentaria di Velleia, l’antica Cabardiacum ospitava un importante santuario dedicato ad una divinità locale che i Romani identificarono con Minerva Medica, in seguito definita Minerva Cabardiacensis.

Si trattava di una dea dai poteri taumaturgici, in grado di guarire gli infermi, come attestano numerose incisioni, statue ed ex voto rinvenuti nelle vicinanze presso il greto della Trebbia, e conservate in parte nella chiesa della vicina Travo, in parte nei musei di Piacenza e Parma.

Non è attualmente possibile stabilire con certezza dove sorgesse in tempio, che sempre a giudicare dai reperti rinvenuti sembra sia stato assiduamente frequentato tra il I e il III Secolo d.C.

È probabile che la divinità che i Romani assimilarono a Minerva fosse in origine legata a una fonte termale (la zona ne è ricca) considerata curativa, di cui in seguito, una volta prosciugata, si sia persa la memoria.

È opportuno a questo proposito ricordare che nel XII secolo a Caverzago era attivo un hospitale, inteso come ricovero per pellegrini e viandanti gestito da una piccola comunità di religiosi, e che ancora nel XVIII secolo nella vicina località Tosi venne aperto un chiosco da bibite che vendeva l’acqua di una vicina fonte, ritenuta particolarmente salubre.

La rupe a picco sulla Trebbia ospita la chiesa di Santo Stefano Protomartire e la torre d’avvistamento edificata dagli Anguissola, Signori della vicina Travo dal 1337, che però oggi è ridotta ad un rudere.